Riapertura di 22 dei 100 letti chiusi per le ferie estive del personale, assunzione a tempo indeterminato di medici e infermieri (seppur non ancora quantificata), potenziamento della Medicina interna con l’invio a Prato del capo dipartimento delle specialistiche mediche, Giancarlo Landini, per velocizzare le dimissioni dei pazienti e supportare il servizio di presa in carico precoce (Ama) post valutazione del pronto soccorso, da lui stesso progettato insieme al numero uno della medicina di emergenza urgenza Simone Magazzini.
E’ il piano che il direttore generale Paolo Morello Marchese sta mettendo in campo per evitare il collasso del Santo Stefano dove negli ultimi giorni si sono registrati numeri record di pazienti in attesa di ricovero dopo il passaggio dal pronto soccorso a causa delle dimissioni lumaca nelle medicine, della chiusura di 100 letti per permettere le ferie del personale, dell’aumento degli accessi per il caldo e del sottodimensionamento dell’ospedale rispetto alla popolazione. Ieri pomeriggio, Morello Marchese ha incontrato i capi dipartimento direttamente interessati dal piano. Il tutto con la disponibilità della Regione a nuove assunzioni. In mattinata infatti, la capo gabinetto di Eugenio Giani, Cristina Manetti, accompagnata dal sindaco Matteo Biffoni, ha effettuato un sopralluogo al Santo Stefano per vedere la situazione con i propri occhi. Tra l’altro peggiore rispetto al giorno precedente di una decina di pazienti per un totale di oltre 80 in attesa di ricovero. I 22 letti di medicina che saranno riaperti a breve si aggiungono ai 24 già tolti a chirurgia e saranno destinati a ospitare i pazienti della presa in carico precoce. In questo modo non attenderanno più, oltre 48 ore, al pronto soccorso. Tutto risulterà vano se l’ospedale non terrà un passo costante sette giorni su sette sul fronte dimissioni. Un problema condizionato anche da una rete territoriale scarsa. “A questo penserà il dottor Landini che a Santa Maria Nuova dove è primario, è riuscito a non avere alcun paziente in attesa. – afferma Morello Marchese – Prato ha altri numeri e caratteristiche ma con uno standard costante su 7 giorni contiamo di riuscire a ridurre numeri e tempi di attesa. A lui spetta il compito, anche di potenziare il rapporto con la geriatria e l’infermiere di comunità per una presa in carico immediata dei pazienti più anziani che presentano problemi legati all’ondata di calore o disturbi minori”