Don Francesco Spagnesi, che da pochi giorni ha lasciato gli incarichi di parroco dell’Annunciazione alla Castellina e correttore dell’Arciconfraternita della Misericordia di Prato, è stato arrestato dalla Squadra mobile diretta da Alessandro Gallo nell’ambito di un’indagine su festini a base di cocaina e di Gbl, la ‘droga dello stupro’, pagati con i soldi delle offerte. Il parroco, 40 anni, è stato messo agli arresti domiciliari nell’abitazione adiacente la chiesa, dopo che il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dal sostituto Lorenzo Gestri. Le accuse sono di spaccio e importazione di sostanze stupefacenti.
Gli investigatori sono arrivati a don Spagnesi dopo l’arresto, alla fine di agosto, di un pratese, Alessio Regina, 40 anni, accusato di importare droga dall’Olanda. Non un arresto come gli altri quello di Regina, ma la chiave di accesso a uno scenario del tutto inaspettato. Secondo quanto ricostruito dalla Mobile, i due indagati avrebbero importato dall’estero, nel corso del tempo e forse già dal 2019, svariate forniture di Gbl mentre la cocaina sarebbe stata acquistata attraverso i canali di spaccio locali. La droga, stando sempre alle indagini, sarebbe stata pagata con le offerte dei parrocchiani invitati a contribuire alle raccolte per le opere di carità, e destinata a persone contattate tramite siti di incontri e scelte per la loro inclinazione sessuale. I festini sarebbero stati organizzati in un’abitazione nella disponibilità dell’altro indagato, nella zona di Figline. Gli inquirenti avrebbero non solo trovato tracce degli appuntamenti sul telefonino del sacerdote, ma avrebbero finora identificato una decina di partecipanti su un totale di circa 200 contatti. Tutti maggiorenni, consenzienti e residenti nell’area fiorentina (tra loro diversi professionisti), i frequentatori delle serate sono stati già sentiti dagli investigatori e avrebbero confermato i fatti.
Le indagini non sono ancora chiuse: la Squadra mobile punta a individuare altri partecipanti agli incontri dell’abitazione degli indagati e a calcolare l’ammontare delle somme sottratte alla Diocesi attraverso modalità truffaldine che hanno fatto numerose vittime tra i fedeli.