E’ in dirittura di arrivo l’anticorpo monoclonale sviluppato da Toscana Life Science, il centro di eccellenza a Siena (ma ormai la fama è internazionale) nel cui laboratorio, guidato da Rino Rappuoli, hanno iniziato a marzo a cercare una terapia per il Covid. Dal 2018 stavano lavorando su possibili soluzioni al fenomeno della resistenza agli antibiotici e si sono subito riconvertiti appena scoppiata l’emergenza. Il team del professor Rappuoli, formato da giovani ricercatori, il 70% dei quali donne (e per la maggior parte si tratta di cervelli in fuga tornati proprio per questo scopo), è l’unico in Italia a lavorare sull’anticorpo monoclonale. Altri studi, ad esempio negli Stati Uniti, hanno già dimostrato l’utilità di questo farmaco, ricorda Rappuoli. Ma perchè sviluppare un anticorpo monoclonale se ora abbiamo il vaccino?
Il vaccino protegge le persone sane dall’infezione, spiega il professore. L’anticorpo monoclonare è complementare al vaccino, due armi da usare nella stessa battaglia.
Guarire velocemente significa non arrivare alla terapia intensiva. Si tratta quindi di una terapia di cui c’è assoluto bisogno.
Quanto alle varianti, già presenti e future del virus, il professor rappuoli rassicura sia sul vaccino che sul monoclonale