Le sculture di Felice Botta hanno viaggiato da New York a Tokyo. Lui con i suoi legni lavati dal mare, i suoi dipinti, e i suoi timbri è stato un esempio di eccellenza dell’artigianato nazionale. A 89 anni il Covid se lo è portato via, ma la sua arte respira ancora nello studio dove lavorava. Ad aprirci le porte le sue tre figlie. Sono tante le persone che Felice ha incontrato nella sua carriere. Da Ornella Vanoni a Bruno Gambone. Due delle sue scultore sono arrivate anche a Lady Diana e Carlo Azeglio Ciampi. In primo piano sempre l’amore per Firenze e per la chiesa di Santo Spirito, conosciuta per la sua bellezza e per la sua semplicità. Nei materiali di scarto trovava un’arte che poteva essere alla portata di tutti. Cristina ricorda i viaggia alla spiaggia delle Feniglia. Il suo laboratorio lo chiamava il Ciaba, un nome di fantasia. “Nel Ciaba si può fare tutto” diceva, ma la sua arte lo ha accompagnato fino agli ultimi momenti della sua vita.