GIUDICE DI PACE, POCO PERSONALE: STOP DECRETI INGIUNTIVI

Prato Nadia Tarantino 23 Febbraio 2023 121 Nessun commento

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L’ufficio del giudice di pace non si occuperà più dei decreti ingiuntivi. Lo ha stabilito il presidente del tribunale di Prato, Francesco Gratteri, che nella sua qualità di coordinatore, ha sospeso fino al 31 dicembre 2023 l’iscrizione dei ricorsi perché con quattro persone al lavoro sulle quindici previste dalla pianta organica non è proprio possibile fare anche questa attività. Un provvedimento clamoroso ma al tempo stesso inevitabile:le richieste di adeguare il numero di cancellieri, assistenti e operatori giudiziari sono cadute nel vuoto. “Non risulta riscontro da parte della Direzione generale del ministero alla nota del presidente della Corte di appello dello scorso 5 ottobre – scrive il presidente Gratteri – né qualcuno ha presentato domanda dopo l’interpello per assistente giudiziario scaduto il 20 febbraio”. I quattro in servizio attualmente – un cancelliere, due funzionari e un operatore giudiziario – già fanno tanto tra iscrizione dei procedimenti, ruoli d’udienza, pubblicazione delle sentenze, relazioni con il pubblico, spese di giustizia, trasmissione delle impugnazioni penali, gestione degli acquisti e via discorrendo, e di più non è proprio possibile. Un problema enorme per un distretto come quello pratese: rivolgersi al giudice di pace per convincere i debitori a pagare, consente ai creditori di snellire la procedura, stringere i tempi e arrivare più in fretta alla riscossione o al pignoramento. Fino al 28 febbraio una procedura possibile per somme fino a 5mila euro, dal primo marzo, con l’entrata in vigore della riforma che amplia la competenza, fino a 10mila euro. Che fare? Incardinare la procedura in sede civile con tutto quello che ne consegue: non solo la lungaggine, ma presto anche il prevedibilissimo ingolfamento del tribunale che, esattamente come l’ufficio del giudice di pace, soffre la carenza di organico. Negli ultimi tempi il presidente Gratteri era già corso ai ripari: personale amministrativo del tribunale destinato alla gestione del trasferimento dei fascicoli processuali dal palazzo di giustizia all’ufficio del giudice di pace e viceversa, sospensione fino al 31 dicembre 2023 della ricezione degli atti indifferibili e urgenti nelle giornate del sabato trasferendo tale attività al tribunale. Ora l’ulteriore provvedimento che di fatto blocca una sfera importantissima per quei cittadini che vantano crediti e si rivolgono al percorso veloce che è previsto dalla giustizia per ottenerli. Niente da fare: a Prato questo non è più possibile. Già da ottobre l’iscrizione per l’emissione dei decreti ingiuntivi è praticamente bloccata con un arretrato che ad oggi conta circa 700 ricorsi. Un caso limite quello della macchina giudiziaria pratese: poco personale ed enormi difficoltà ad incrementarlo perché gli interpelli vanno sempre deserti che, tradotto, significa che nessuno fa domanda per prendere servizio a Prato. “Le unità di personale assegnate alla cancelleria civile del giudice di pace – scrive ancora il presidente Gratteri – non sono in condizione di provvedere ai decreti ingiuntivi”. “Criteri di razionalità organizzativa e di equilibrata gestione delle scarse risorse disponibili” non lasciano altra scelta che sospendere il servizio e così Prato si aggiudica anche il primato di unica città in Italia con questo disservizio. A meno che il ministero della Giustizia non si ricordi che esiste anche Prato, decidendo di passare finalmente dalle promesse ai fatti.

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