A Firenze c’è una delle più numerose comunità ucraine del Paese, con circa 2.000 persone residenti. Si tratta per lo più di immigrati economici, “soprattutto donne che lavorano come badanti. Uno dei loro punti di incontro e riferimento la chiesa dei Santi Simone e Giuda, in via dei Lavatoi , in peno centro. Da molti anni, la domenica mattina, si riunisce la comunità di fede greco-cattolica ucraina per seguire Don Volodymir che celebra il rito bizantino per gran parte della comunità che ora , impaurita da una possibile invasione russa nel loro paese di origine, sfoga le proprie tensioni “bombardando”le linne telefoniche che dalla Toscana raggiungono Kieve. C’è un quesito che incombe sule loro giornate: “Bombarderanno oggi o domani?!”. A chiamare sono i parenti delle persone ucraine che vivono e lavorano a Firenze, dove c’è una delle più numerose comunità ucraine del Paese, con circa 2.000 persone residenti. “, spiega Volodymir Voloshyn, parroco della chiesa dei Santi Simone e Giuda, in via dei Lavatoi a Firenze. “Negli scorsi giorni – racconta il prete, anch’egli ucraino – abbiamo organizzato una veglia di preghiera dopo le parole di papa Francesco sul rischio di un conflitto. Le persone con cui parlo vivono una situazione di inquietudine e disagio, io parlo spesso con loro ma credo che oltre a questo, da qui, possiamo certo fare poco. Si spera in una soluzione che la politica e la diplomazia possano risolvere, perché le persone qui si sentono impotenti. Le fedeli, quasi tutte badanti, mi raccontano delle loro conversazioni con le famiglie rimaste in patria, dove la tensione è molto alta. Dai loro racconti vengo a sapere che nelle famiglie rimaste in Ucraina c’è apprensione, come è normale in queste situazioni, ma anche una discussione interna su cosa fare, su come comportarsi. E’ un momento di grande incertezza che si percepisce anche qui a Firenze”.