A centotrenta giorni dalla sparizione, a cercare Kata sono arrivati oggi i ‘cacciatori di Calabria’, unità d’elite dei carabinieri specializzata nella ricerca di nascondigli in luoghi difficilmente accessibili e addestrata per rilevare tracce umane. Lo squadrone, insieme ai colleghi del Reparto operativo di Firenze, è entrato stamani all’Astor, l’hotel dismesso nel quale Kata, bambina peruviana di 5 anni, viveva con la famiglia e dove è stata vista per l’ultima volta il 10 giugno. L’ispezione andrà avanti per qualche giorno, fino a venerdì almeno, alla ricerca di tracce di qualsiasi natura riconducibili alla bambina e ai suoi rapitori, e di oggetti e mezzi usati per trasportare o nascondere la piccola. Un lavoro molto delicato, operazioni complesse che prevedono anche la demolizione di pareti e pavimenti, già iniziata. L’immobile sarà controllato metro per metro, ispezionato in ogni dove: oggi, i primi sondaggi in alcune intercapedini ai piani alti, e lo stesso sarà fatto negli anfratti e nei cunicoli del sotterraneo dell’Astor che abbraccia una porzione molto vasta e densamente abitata, compresa tra via Maragliano, via Boccherini e via Monteverdi.
Ad aiutare i carabinieri, nelle prime ore dell’ispezione, anche i vigili del fuoco. A ordinare il sopralluogo è stata la direzione distrettuale antimafia della procura di Firenze dopo gli avvisi di garanzia per sequestro di persona agli zii di Kata, ad altri due peruviani, tra cui una donna, e ad un rumeno. Tutti indagati dopo il ritrovamento di alcune tracce di sangue nelle stanze in uso ai familiari della bambina e dopo che le telecamere puntate sull’Astor avevano inquadrato, proprio il giorno della scomparsa, lo spostamento di alcune valigie di grosse dimensioni e per questo sospette. Sangue e valigie: le analisi disposte dalla procura non hanno portato alla svolta. Pista al momento accantonata che però potrebbe riprendere vigore: tutto dipenderà da cosa troveranno i cacciatori di Calabria.
Nessuna ipotesi, tra tutte quelle fatte fino ad oggi, viene abbandonata dagli investigatori. La speranza è che le stanze dell’Astor possano fornire qualche risposta.
Intanto il babbo di Kata è stato arrestato per non aver rispettato l’obbligo di firma a cui era sottoposto da quando, lo scorso giugno, aveva ottenuto la scarcerazione da Sollicciano dove si trovava perché accusato di furto di carte di credito.