Secondo giorno di ricerche all’hotel Astor per i cacciatori di Calabria, il reparto dei carabinieri specializzato nella ricerca di covi e persone in zone particolarmente impervie e inaccessibili, incaricato dalla procura di Firenze di passare al setaccio l’immobile dal quale, lo scorso 10 giugno, è scomparsa Kata, bambina peruviana di 5 anni. Lo squadrone di militari, addestrato con un combinato di procedure militari e sofisticate tecniche investigative, ha ripreso il suo lavoro stamani concentrandolo nel cortile e nelle camere al primo piano dello stabile: abbattute porzioni di pareti per verificare l’eventuale presenza di nascondigli e passaggi segreti, bucati i pavimenti per ricavare fessure nelle quali introdurre le sonde provviste di telecamere che hanno restituito lo stato dei luoghi. Smurati anche alcuni infissi e analizzato il poco degli arredi che è rimasto. I magistrati sono evidentemente convinti che l’Astor possa dare un contributo all’inchiesta tanto di mettere in campo i cacciatori di Calabria capaci di rilevare anche la più piccola e vecchia traccia biologica. Si cercano tracce di Kata e dei suoi rapitori, come si legge nel decreto di perquisizione notificato alle cinque persone indagate per sequestro di persona: lo zio materno e lo zio paterno della bambina che occupavano le stanze nelle quali, dopo la prima ispezione, furono trovate tracce di sangue, e altri due peruviani, tra cui una donna, e un uomo rumeno inquadrati dalle telecamere puntate sull’Astor mentre, nelle ore in cui si perdevano le tracce di Kata, spostavano grosse valigie che, è stata l’ipotesi degli investigatori, per dimensioni avrebbero potuto contenere la bambina. Le analisi sul sangue e sulle valigie non hanno portato a nulla.
A più di quattro mesi dalla sparizione, di Kata non si sa niente. Diverse le piste battute dagli inquirenti ma nessuna, ad oggi, avrebbe fornito svolte. Tutte le attenzioni sono ora riposte nel lavoro dei cacciatori di Calabria ma si dovrà aspettare la fine dell’intervento per sapere se l’Astor ha raccontato qualcosa in grado di dare nuovo impulso all’inchiesta.
La mamma di Kata intanto continua a chiedere notizie della figlia, continua a dire di cercarla, non nell’Astor però ma nell’isolato, nei grandi condomini delle strade vicine. Una richiesta ripetuta. perché tanta insistenza? perché proprio lì? Interrogativi nuovi che si aggiungono ad un elenco lunghissimo e senza risposte.