L’udienza preliminare per la morte di Luana D’Orazio, la mamma di 22 anni rimasta intrappolata in un macchinario nell’orditura Luana a Oste, si è aperta alle 9 in punto ed è andata avanti per tutta la mattina. Tre gli imputati: i datori di lavoro, Luana Coppini e Daniele Faggi, e il tecnico manutentore, Mario Cusimano, accusati di omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. Presenti i genitori di Luana D’Orazio, assistiti dall’avvocato Daniela Fontaneto. “Mi interessa la giustizia – le parole della mamma, Emma Marrazzo – mi interessa una pena esemplare che sia un riflesso per gli imprenditori perché si deve capire che non si può far lavorare una ragazza, un padre di famiglia, una qualsiasi persona davanti ad un mostro come quello. Non si deve parlare di mia figlia come vittima di un infortunio sul lavoro, no: mia figlia, che era un’apprendista oltretutto, è stata vittima di una morte annunciata. Luana non c’è più da un anno 4 mesi e 19 giorni e da un anno 4 mesi e 19 giorni suo fratello, un ragazzo di 31 anni con problemi di salute, continua a dire che la vita non ha più senso. Io mi faccio forza tutti i giorni, mi maschero e tiro avanti per tutti e per il bambino di mia figlia”.