Una nuova organizzazione del servizio 118 che metta insieme Montemurlo e Agliana per dare una copertura ottimale su entrambi i territori. E’ l’ipotesi emersa oggi, 11 maggio, nell’incontro che l’Asl Toscana centro ha avuto con il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, sull’annunciato taglio della postazione medicalizzata che il comune subirà da giugno a settembre per permettere al personale in camice di effettuare le ferie in presenza di una carenza d’organico senza precedenti. Medicalizzata che sarebbe comunque stata sostituita da un’infermieristica come prevede la legge per i punti di soccorso avanzati. Dalla riunione di oggi è emersa una nuova possibilità per valorizzare le (poche) risorse umane in campo e le rivendicazioni dei singoli territori. Bocciata l’ipotesi del sindaco di fare a meno di una postazione medica a rotazione sulle quattro zone della provincia di Prato: città, Val Bisenzio (Vernio h24 e Vaiano h12), colline medicee e Montemurlo. Nell’organizzazione del servizio, infatti, bisogna tenere presente la popolazione, l’ampiezza e le caratteristiche del territorio, la vicinanza all’ospedale o ad altre postazioni medicalizzate. L’idea del “Mal comune, mezzo gaudio” può funzionare a livello di immagine politica ma è una soluzione complicata da attuare oltre che pericolosa.
Ecco dunque che il direttore generale dell’Asl Toscana centro, Paolo Morello Marchese e il direttore del dipartimento delle Emergenze Urgenze, Simone Magazzini, hanno messo sul piatto la possibilità di rimodulare il servizio di Montemurlo in funzione dei territori confinanti, seppur del pistoiese. In questo momento ad Agliana il 118 ha un medico per coprire le dodici ore diurne e un infermiere per le altrettante notturne, mentre Montemurlo ha un medico h24. Lavorando su questa turnazione è possibile trovare una mediazione a vantaggio di Montemurlo e anche di Agliana. Morello si è preso 24 ore di tempo per articolarla nel dettaglio. Sarà quindi presentata domani. E’ chiaro che siamo davanti a una toppa e non sarà neanche l’ultima in mancanza di una riorganizzazione generale del servizio da parte della Regione che da anni rimanda ciò che in molte parti d’Italia è già realtà con una maggiore diffusione dell’ambulanza infermieristica e un’ottimizzazione del lavoro dei medici d’emergenza che sono sempre meno. Da qui a dicembre sono previsti altri pensionamenti sulla provincia di Prato e poichè non c’è ricambio, è probabile che si vada incontro a nuovi rattoppi su tutta l’area ma con due punti fermi: “In base alla legge non possiamo toccare la postazione medicalizzata di Vernio e quella di Prato. – afferma Morello Marchese – Tra l’altro la città ha già dato con l’attivazione, nel corso degli anni, di due infermieristiche al posto del medico”.