I coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, titolari dell’orditura Luana, a Oste, nella quale il 3 maggio 2021 morì Luana D’Orazio, mamma di 22 anni inghiottita e stritolata da un orditoio, hanno chiesto di patteggiare. Insieme al tecnico manutentore, Mario Cusimano, sono accusati di omicidio colposo e rimozione delle cautele antinfortunistiche. “Non un ammissione di colpa – ha detto l’avvocato Barbara Mercuri, che assiste i coniugi assieme al collega Alberto Rocca – ma la volontà di mettere la parola fine ad una vicenda dolorosa, dolorosissima che li ha profondamente segnati”. La richiesta di patteggiamento è stata avanzata oggi, giovedì 22 settembre, nel corso dell’udienza preliminare celebrata davanti al giudice Francesca Scarlatti (pubblico ministero Vincenzo Nitti). Il rito alternativo sarà definito nella prossima udienza, fissata il 27 ottobre, durante la quale sarà stralciata la posizione di Mario Cusimano, difeso dall’avvocato Melissa Stefanacci, che ha nuovamente confermato la scelta del giudizio con rito ordinario.
L’udienza preliminare si è aperta alle 9 in punto ed è andata avanti per tutta la mattina. Presenti i genitori di Luana D’Orazio, assistiti dall’avvocato Daniela Fontaneto. “Mi interessa la giustizia – le parole della mamma, Emma Marrazzo – mi interessa una pena esemplare che sia un riflesso per gli imprenditori perché si deve capire che non si può far lavorare una ragazza, un padre di famiglia, una qualsiasi persona davanti ad un mostro come quello. Non si deve parlare di mia figlia come vittima di un infortunio sul lavoro, no: mia figlia, che era un’apprendista oltretutto, è stata vittima di una morte annunciata. Luana non c’è più da un anno 4 mesi e 19 giorni e da un anno 4 mesi e 19 giorni suo fratello, un ragazzo di 31 anni con problemi di salute, continua a dire che la vita non ha più senso. Io mi faccio forza tutti i giorni, mi maschero e tiro avanti per tutti e per il bambino di mia figlia”.
Molti i tecnicismi discussi nell’udienza di oggi, a cominciare dalle richieste di costituzione di parte civile su cui molto da dire ha avuto l’avvocato Gabriele Capetta che cura gli interessi dell’azienda, l’Orditura Luana. Il giudice ha ammesso la mamma dell’operaia, Femca Cisl (avvocato Andrea Logli), Inail (avvocato Giuseppe Quartararo), e Anmil (Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro). Il giudice ha deciso che le parti ammesse potranno rivalersi solo nei confronti degli imputati in qualità di persone fisiche e non nei confronti dell’Orditura Luana per la quale, inoltre, è stata respinta la richiesta di Anmil di citazione come ‘responsabile civile’.
Un elenco di parti civili ridotto rispetto alle aspettative: un solo sindacato e nessun ente. Assente anche qualsiasi traccia del figlioletto di Luana D’Orazio: il giudice ha dichiarato inammissibile la richiesta di costituzione avanzata dal padre, Giuseppe Lerose, per effetto del provvedimento con il quale lo scorso luglio il tribunale dei minori di Firenze lo ha dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale. Una sentenza che ha affidato il bambino ai nonni materni. Il nonno, in particolare, è curatore speciale così come aveva già stabilito il tribunale di Pistoia (la famiglia D’Orazio abita in una frazione della cintura pistoiese), e unico ad avere la legittimità per costituirsi parte civile per conto del nipotino: possibilità rifiutata. “E’ una scelta – ha detto l’avvocato Fontaneto – considerando che qualsiasi scelta è fonte di dolore in questa vicenda”. Il padre di Luana D’Orazio potrà comunque decidere di far valere i diritti del nipotino in sede civile.
Tornando al patteggiamento, il 27 ottobre il giudice deciderà anche sulla base dell’accordo economico che nel frattempo sarà stato raggiunto tra le parti. Al momento, sul piatto c’è un risarcimento di un milione 100mila euro stanziato dall’assicurazione dell’Orditura Luana. Una cifra che rispecchia il massimale previsto dalle ‘tabelle di Milano’ ma che, per i familiari dell’operaia, è solo ‘un acconto sul maggiore avere’. Si tratta di trovare un punto di incontro: non un dettaglio, anzi. Arrivare alla prossima udienza con un’intesa risarcitoria agevolerebbe la strada del patteggiamento.
L’Orditura Luana, invece, potrebbe discutere la propria posizione con il rito abbreviato.