Inserire lo stadio Artemio Franchi nel Recovery plan “è un bel segnale di attenzione. E’ un bene culturale, di proprietà pubblica, tutti hanno detto che se è di proprietà pubblica bisogna metterci i soldi, tutti hanno detto che i soldi non possono essere trovati a discapito dei cittadini facendo debiti, e infatti questo è un finanziamento a fondo perduto dall’Unione europea, fa parte di un fondo destinato ai beni culturali quindi non si levano soldi ad altri settori”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, “Non aggiungo altro – ha poi precisato -. Comunque preferisco sempre fare le cose perché si parla anche troppo di stadio, è più importante mettersi a lavoro e portare a casa i risultati. E quello di ieri mi sembra un ottimo risultato”.- E il direttore degli Uffizi Eike Schmidt sempre parlando del l Recovery plan ha detto: “non abbiamo chiesto niente per noi, però per gli altri sì: noi agiamo attraverso il ministero della Cultura e come Gallerie degli Uffizi abbiamo tutti i nostri grandi progetti, come la Loggia di Isozaki e l’ampliamento del museo con i Grandi Uffizi, già finanziati. Tuttavia, con il progetto Uffizi diffusi, lavoriamo con il territorio, e per il territorio”. “Con la task force per il Recovery Plan della Toscana della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze abbiamo promosso il progetto Uffizi diffusi – ha ricordato – così come con la Regione Toscana ed i sindaci dei luoghi coinvolti. Ci sono spazi ed edifici che potrebbero avere un ruolo fondamentale nel rivitalizzare non solo il turismo ma la cultura diffusa in tutta la Toscana”.