Al problema cronico della mancanza di posti nelle scuole di specializzazione rispetto al numero dei medici quest’anno si è sommato quello dei ritardi che circa 24mila medici in Italia (qualche migliaio in Toscana) hanno ad entrare nelle scuole di specializzazione il 30 dicembre. Perchè? Colpa di blocchi causati da ricorsi e da una sciatta gestione del problema. Tutto inizia a luglio quando il concorso di attribuzione delle borse per le scuole di specializzazione è stato rimandato a settembre causa pandemia. Il 22 settembre si è svolto il concorso e sono uscite, al momento, solo delle graduatorie. L’attribuzione delle borse (cioè la comunicazione a ogni specializzando in quale scuola era destinato) doveva essere il 12 ottobre.
Ora l’attesa è per il 15 dicembre, data in cui si pronuncerà il Consiglio di stato che dovrebbe, secondo il MIUR, sbloccare la situazione. Ma in un anno di pandemia, in cui è stato possibile per i medici iniziare a lavorare subito dopo la laurea, liberando gli specialisti di non poche incombenze, l’incertezza pesa sia su questi ragazzi, che tra un mese potrebbero dover cambiare città, senza sapere ancora dove, sia le varie strutture, dalle USCA, alle RSA, agli ospedali, in cui in questi mesi hanno svolto il loro lavoro