C’è una data certa. Il 1 marzo. Giorno in cui si svolgeranno gli esami irripetibili sulle valigie che contenevano i corpi fatti a pezzi dei coniugi Pasho e sulle tracce rinvenute nell’appartamento di Via Felice Fontana, dove avevano trascorso alcuni giorni prima di essere uccisi. Il maggiore Luca Gasparollo, del Ris di Roma, consulente del pubblico ministero Ornella Galeotti, che dirige le indagini sul dupice omicidio, si è riservato un periodo di trenta giorni per capire se il dna trovato è estraibile. La comparazione con il dna degli indagati avverrà in un secondo momento. Questa mattina nell’ufficio del pm si sono presentati i legali delle figlie dei coniugi, Dorina e Vitore e del fratello di Shpetim Pasho. Oltre alle parti offese, c’erano anche i legali degli indagati che ancora oggi restano tre. Il figlio della coppia, Taulant, che dal carcere dove è detenuto in Svizzera per un altro reato, ha nominato come suo difensore, l’avvocato Filippo Viggiani. Per il pm, tra i possibili assassini di Shpetim e Teuta Pasho, c’è anche Elona Kalesha, ex fidanzata di Taulant e suo fratello Denis. Il loro consulente tecnico sarà Marina Baldi.