E’ una delle ipotesi che si fa strada nel caso del ritrovamento avvenuto ieri, di una valigia al cui interno è stato trovato il corpo di un uomo. A scoprirlo un pensionato che intorno alle 16:30 stava lavorando nel campo di sua proprietà, tra il carcere di Sollicciano e la Fipili, siamo alle porte di Firenze. Non vuole essere ripreso dalle telecamere, è sotto shock da quando ha aperto la valigia e ha scorto il gomito di un uomo. “Ho subito avvertito i carabinieri” ci dice e aggiunge di essersi accorto della valigia grazie alla continua pioggia dei giorni scorsi che ha reso la boscaglia meno impenetrabile. Questa mattina la sezione investigazioni scientifiche del comando provinciale ha eseguito un altro sopralluogo. Con falcetto alla mano, i militari si sono fatti strada tra i cespugli e a circa 70 mt dal primo ritrovamento, hanno scoperto un’altra valigia contenente resti umani, forse gli arti inferiori riconducibili alla stessa persona. Il corpo è in stato di saponificazione, forse era lì da alcuni mesi. Ci dicono che i rovi su quell’argine non vengono tagliati da qualche anno. Difficile quindi collocare in uno spazio temporale la vicenda.
Ma come sono arrivate le due valigie su quell’argine? Un’alternativa all’ipotesi superstrada potrebbe essere il vialetto sterrato che si trova tra la recinzione del carcere e degli orti. Una via più rischiosa, ma le telecamere di videosorveglianza della casa circondariale hanno una registrazione limitata. Difficile dunque, avere registrazioni dei mesi passati. E’ un giallo ancora tutto da chiarire. Dai risvolti macabri. Si aspettano i risultati dell’esame autoptico, per capire le cause della morte e magari grazie al dna scoprire il nome della vittima e tentare di risalire al suo o ai suoi aggressori.