Per quasi due anni i poliziotti della Squadra Mobile di Prato, coordinati dalla Procura, hanno seguito le rotte della droga che dal Nord Italia arrivava a cadenza settimanale in città, per essere poi spacciata prevalentemente nella zona del Serraglio. Mesi di attività che hanno trovato ora l’esito con la notifica degli avvisi di conclusione indagine a 19 persone, tutte di nazionalità nigeriana, accusate di traffico di stupefacenti e spaccio. Per sette di loro sono state adottate anche misure di prevenzione.
L’operazione, denominata “Lungo il fiume”, ha portato in questi mesi all’arresto di 23 tra corrieri e basisti, al sequestro di 4,6 kg di eroina e 655 grammi di marijuana oltre a 8mila euro ritenuti provento dell’attività illecita.
I poliziotti dell’Antidroga hanno iniziato a indagare sul traffico nel luglio 2020, sulla scorta della precedente indagine “operazione pusher”, che nel maggio dello stesso anno aveva portato all’arresto di 13 spacciatori, anche loro nigeriani. Se in quel caso l’indagine era partita dagli spacciatori al minuto, filmati e documentati nella loro attività per accertare come lo spaccio fosse continuativo e non sporadico, stavolta gli investigatori sono passati al livello superiore, cercando di intercettare i corrieri in arrivo in città – i cosiddetti ovulatori – e di scoprire i basisti locali.
Una volta intercettato il corriere e scoperta la casa dove trovava ospitalità in attesa di espellere gli ovuli ingeriti, i poliziotti entravano in azione arrestando i pusher e sequestrando lo stupefacente prima che finisse nel giro del microspaccio tra stazione e parcheggio del Serraglio.