Nonostante i suoi quasi 15 anni, una bella età per un cane, Pimpa non è mancata alla consegna dell’attestato che le intitola un asteroide per i suoi meriti da “cacciatrice di meteoriti”. Nel gennaio del 2020 fu la cagnetta, infatti, a segnalare a Davide Gaddi durante una passeggiata sull’argine del Secchia il frammento di meteorite, forse attratta dall’odore residuo della combustione. Era un frammento del bolide di Capodanno, la cui caduta nella zona era stata segnalata pochi giorni prima dalla Rete Prisma.
Sabato pomeriggio al Museo Italiano di Scienze Planetarie l’astrofisico Mario di Martino dell’Osservatorio Astronomico Isaf di Torino e l’astronomo Fabrizio Bernardi, membro di SpaceDyS (azienda che fornisce servizi e software per le Agenzie Spaziali e l’industria aerospaziale) che ha dedicato la vita alla scoperta e all’individuazione di corpi celesti, hanno consegnato a entrambi il riconoscimento, che intitola a Pimpa e Davide Gaddi due asteroidi. Due piccoli frammenti di cielo ricorderanno anche due degli animatori del Museo pratese. Altri due asteroidi porteranno infatti i nomi dell’astronoma Serafina Carpino e della geologa Daniela Faggi, rispettivamente responsabile attività educative e conservatrice del Museo. In mostra, eccezionalmente, per tutto il pomeriggio la meteorite di Cavezzo, che il museo pratese ospita in qualità di repository, cioè struttura riconosciuta dalla Meteoritical Society per accogliere questi straordinari campioni.
La giornata si è conclusa con le conferenze del coordinatore nazionale di Prisma Daniele Gardiol e di Giovanni Pratesi, docente di Mineralogia all’Università di Firenze e direttore del Museo pratese fino al 2012.