PRATO - Per arrotondare spacciava: muratore arrestato e subito rimesso in libertà. La droga nascosta nel sottoscala di casa

L'arresto risale al primo agosto ed è l'ultimo in ordine di tempo portato a termine dagli investigatori nell'area pratese dove, in meno di un anno, i chili sequestrati sono stati 150 e gli arresti 50. Il bilancio reso noto dalla procura che ha coordinato molte indagini, la più eclatante delle quali l'introduzione di sostanze nel carcere della Dogaia
Nadia Tarantino
LIVE

Quasi due chili di hashish suddivisi in panetti e nascosti nel sottoscala di casa, a Montemurlo, dove i carabinieri sono arrivati dopo averlo fermato e trovato in possesso di mezzo etto di droga. L’uomo, un muratore pakistano di 40 anni, è stato arrestato e subito rimesso in libertà dal giudice delle indagini preliminari che ha sì convalidato l’arresto ma disposto la misura dell’obbligo di dimora nella provincia di Prato e la permanenza in casa nelle ore notturne. E’ solo l’ultimo arresto in ordine di tempo per detenzione e spaccio di droga nell’area pratese dove tra luglio 2024 e lo scorso primo agosto sono stati sequestrati più di 150 chili di stupefacenti, arrestati cinquanta tra corrieri e spacciatori, sequestrati più di 80mila euro in contanti. E’ il procuratore, Luca Tescaroli, a tracciare il bilancio degli ultimi dodici mesi di contrasto al mercato della droga. Un mercato gestito da cinesi che si riforniscono in Olanda, Belgio e Spagna, marocchini, nigeriani, albanesi, pakistani e italiani che, invece, hanno il Marocco, la Spagna e il Sud America come canali di approvvigionamento.
L’arresto con il maggior quantitativo di droga risale a maggio quando un albanese è stato trovato in possesso di 60 chili di hashish; un colpo grosso fu messo a segno anche a febbraio e a finire in manette fu un italiano trovato con 13 chili tra hashish e marijuana.
Numerose le indagini condotte da polizia, carabinieri, guardia di finanza sotto il coordinamento della procura. La più eclatante è quella che ha riguardato il carcere di Prato: negli ultimi undici mesi i sequestri di cocaina e hashish sono stati 14. Droga trovata nelle parti intime di qualche familiare che si è presentato ai colloqui, rinvenuta nei pacchi destinati ai detenuti e poi nascosta negli indumenti, nelle scatole di dolci, nelle suole delle scarpe, dentro il formaggio addirittura e perfino in un sacchetto di patatine apparentemente ancora sigillato. La procura è riuscita ad arrivare anche alla centrale di stoccaggio e smistamento della droga destinata al carcere: Casa Jacques Fesh, struttura gestita dalla Caritas in via Pistoiese per l’accoglienza dei detenuti in permesso premio. La gestione dell’approvvigionamento è risultata in capo a detenuti marocchini, tunisini e dominicani che avrebbero costretto con la violenza altri detenuti a collaborare per fare in modo che lo stupefacente arrivasse dalla struttura della Caritas alle celle del carcere. (nadia tarantino)    

Articoli correlati

Qualcosa che sia per te.