La spada di Damocle del 30 per cento di dazi Usa è piovuta sulle merci europee quando l’ipotesi su cui si stava ragionando era quella, già temibile, del 10%. In Toscana a tremare soprattutto le aziende del tessile e il cartiero in un clima di totale incertezza non essendoci niente di definitivo poichè il nuovo regime daziario diverrà operativo dall’1 agosto e nelle prossime due settimane tutto può succedere. Fondamentale un dialogo fra Unione Europea e Stati Uniti: le esportazioni complessive dell’area Lucca-Pistoia-Prato verso gli Usa sfiorano nella media degli ultimi anni gli 800 milioni annui, pressoché esclusivamente dovuti a prodotti manifatturieri e in progressiva crescita; il mercato statunitense rappresenta il 7,6% del totale dell’export delle tre province. La pratese Pinori Filati esporta in modo indiretto negli Stati Uniti un 10% . L’introduzione di aumenti dei dazi così consistenti va a sommarsi all’attuale rapporto di cambio euro/dollaro che già da solo costituisce un ostacolo forte alle esportazioni. Al di là degli effetti immediatamente misurabili sui singoli prodotti, infatti, il rischio forse più grave è di sistema, che si abbatterà sulle catene di produzione nel loro complesso, incluse quelle statunitensi.
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