Si apre con la voglia riscatto rispetto alla contrazione del comparto moda la 97a edizione di Pitti Filati alla fortezza da basso di Firenze fino a giovedì. 130 le aziende presenti, 25 estere, molte toscane e pratesi in particolare, che non nascondono le difficoltà. la crisi è di natura mondiale. I dati diffusi proprio da Pitti Immagine parlano di un -9,8% di fatturato della filatura italiana nel 2024. Anche la produzione è in calo, del 9,6%; a calare maggiormente sono le importazioni ma anche l’export ha il segno meno. Tutti i comparti sono interessati dalla crisi. I filati misti chimico-lana archiviano il calo maggiore, pari al -23,1%, seguiti dai filati di cotone, in perdita del -13%, e dai filati di lino che registrano un -12,3%; -10,2% per i filati di lana pettinata. E il trend negativo dovrebbe proseguire nel 2025. Ma i produttori rilanciano con la creatività.Sostenibilità è la parola d’ordine per il “filo” che diventerà capo di abbigliamento dell’autunno inverno 2026. Ma anche innovazione, come tessuti che cambiano colore con il sole o luminosi perché fatti in fibra di vetro. Nicchia, lusso, qualità e esperienza è la risposta del tessile pratese. Tanto da fare di questi elementi una risposta al grande “nemico”, la Cina
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