FIRENZE - Nel nuovo libro del procuratore Tescaroli le stragi di mafia fuori dalla Sicilia: “Contributo per evitare che il corso del tempo ingiallisca i ricordi”

"Il biennio di sangue 1993/94" è il titolo del libro dell'attuale procuratore di Prato, presentato a Firenze nella sede della giunta della Regione Toscana. Gli anni della strategia della tensione messa in atto da Cosa Nostra con le bombe a Firenze, Milano e Roma: "Così si cercò di indirizzare la democrazia nel nostro Paese"
Nadia Tarantino
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“Il biennio delle stragi 1993/94. Le menti e gli esecutori materiali degli attentati di Cosa Nostra nel continente”, è il titolo del nuovo libro di Luca Tescaroli, attuale procuratore della Repubblica di Prato con un passato a Caltanisetta, a Roma e a Firenze dove ha coordinato la Direzione distrettuale antimafia. Un libro che in 280 pagine ripercorre la scia di sangue e dolore firmata dalla mafia fuori dalla Sicilia con le bombe a Firenze, Milano e Roma. Il capoluogo toscano pagò un prezzo altissimo con la strade dei Georgofili e con le sue vittime innocenti.
Il libro è stato presentato a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della giunta della Regione Toscana, alla presenza delle autorità e di tanti cittadini che hanno voluto ascoltare il lavoro, le indagini, le investigazioni sulle stragi e sulle risposte che ancora mancano per completare il complesso quadro.
“Questo libro – ha spiegato Luca Tescaroli – è una iniziative che vuole proiettare e far conoscere gli importanti risultati raggiunti che sono la dimostrazione della forza inesauribile dello Stato nel contrastare il crimine organizzato mafioso. Credo sia utile per evitare che il corso degli anni ingiallisca i ricordi che, per quanto riguarda i più giovani, non esistono. E’ un contributo al dibattito per mantenere viva la memoria e anche per far conoscere le risposte che ancora si dovrebbero dare sulla base delle emergenze e dei processi che sono stati celebrati e delle varie sentenze emesse”. Il procuratore si è soffermato sui risultati messi a segno: “Credo siano risultati straordinari – le sue perole – trentadue imputati di Cosa Nostra o vicini all’organizzazione sono stati riconosciuti mandanti o esecutori delle stragi che hanno colpito al cuore lo Stato con attacchi di tipo terroristico ed eversivo. Si è giunti in quegli anni a fare qualcosa che mai era accaduto nel passato, e cioè cercare di indirizzare la democrazia nel nostro Paese e lo si è fatto con l’impiego delle bombe. Credo che conoscere e ricordare sia un monito per tutti affinché non si ripeta di nuovo quella storia”.
Luca Tescaroli ha continuato a lavorare sulle stragi fino allo scorso anno quando è stato alla procura di Firenze. Obiettivo: individuare i mandanti esterni delle stragi. “Ho cercato di dare un contributo e sono stati fatti passi in avanti – ha detto – altri colleghi dovranno proseguire nel cammino che è stato realizzato e che ha fornito elementi alla ricerca della verità”.
Il 1993 e il 1994 sono stati anni di strategia della tensione e il libro li racconta con dovizia di particolari, con grandissima trasparenza e con il trasporto che è proprio di un magistrato che ha speso energie, impegno, passione e dedizione per consegnare al Paese la verità: “Nel libro – ancora il procuratore Tescaroli – c’è il retroterra criminale che ha preceduto le stragi e su cui le stragi si sono inserite”. (nadia tarantino)             

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