Immobili, terreni, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 11 milioni di euro: è quanto è stato sottoposto a sequestro preventivo dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Firenze che ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia impegnata a coordinare le indagini della guardia di finanza su un giro di aziende fittizie attive principalmente tra Prato, Firenze e Salerno; società esistenti solo sulla carta, utilizzate per accumulare ricchezza attraverso operazioni e fatture inesistenti. Il sequestro è scattato all’alba di oggi, giovedì 24 luglio, in Toscana, Lazio, Campania, Veneto e Sardegna, a carico di otto società con sede a Prato, Firenze, Roma e Bologna. Sono 15 indagati, tra i quali un commercialista pratese ed un ingegnere salernitano. L’accusa, contestata già il primo luglio quando sono stati notificati gli ordini di arresto (3 in carcere e 12 ai domiciliari) è associazione per delinquere.
Stando alle indagini avviate nel 2020 dal Nucleo di polizia economico-finanziaria del Gico di Firenze con il supporto dello Scico (i reparti della finanza che si occupano di criminalità organizzata), gli indagati avrebbero operato nell’ambito della costruzione di società cartiere allo scopo – come spiega la procura di Firenze – di “generare indebite compensazioni di debiti tributari attraverso l’utilizzo di crediti fiscali fittizi connessi ad inesistenti attività di ‘ricerca e sviluppo’”. Tutto si muoveva intorno a progetti relativi all’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale, blockchain, progetti olografici, prodotti biodegradabili e biocompatibili nei processi produttivi, studiati a tavolino dall’ingegnere salernitano – mente del sodalizio – e sistemati dal commercialista pratese considerato il braccio in quanto sarebbe stato lui a mettere a posto i conti e i bilanci delle società in funzione dei parametri previsti per le agevolazioni fiscali.
Maxifrode fiscale organizzata da professionisti attraverso società cartiere: quindici arresti