FIRENZE - DECLASSATA LA PERGOLA. FUNARO: “IMPUGNEREMO LA SCELTA”

Alessio Poggioni
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Alla fine è arrivata l’ufficialità: la Fondazione Teatro della Toscana, che racchiude il Teatro della Pergola e quello di Rifredi a Firenze, e il teatro Era a Pontedera, sarà declassata, o meglio non sarà ammessa tra i teatri di rilevanza Nazionale. Una conferma dei rumors, molto dibattuti a livello politico già nei giorni scorsi, soprattutto dopo che 3 componenti della Commissione Ministeriale responsabile della valutazione si erano dimessi proprio perché contrari alla scelta. Una scelta che è arrivata con i verbali della seduta del 18 e 19 giugno scorso, resi noti in queste ore, in cui si valutano come dirimenti per il declassamento, virgolettato, «i significativi tagli alle collaborazioni e coproduzioni internazionali, elemento certamente non secondario per un Teatro Nazionale», ma soprattutto un Progetto Triennale che – si legge – “risulta altamente generico e lacunoso, al di là di contenuti di principio del tutto generali”. Insieme a queste, anche ragioni economiche rispetto al Bilancio Preventivo 2025.

Ma per gli addetti ai lavori (così come per i 3 commissari che si sono dimessi) è difficile non vedere la mano politica in una decisione in cui il progetto dei Teatri della Toscana è stato considerato addirittura – si legge nel verbale – “non valutabile in termini numerici, in quanto non rispetta condizione necessaria per il riconoscimento della qualifica di Teatro nazionale in base all’articolo 9 del decreto ministeriale 463 del 2024. Decreto in cui vengono a loro volta elencati i requisiti per accedere al prestigioso status, e che fino ad oggi erano sempre stati rispettati. Pertanto, nessuna sforbiciata al punteggio (avrebbero dovuto togliere 20 punti su 29 per portare la Pergola al declassamento), bensì una non ammissibilità ritenuta da molti “sospetta”.  Del resto, il braccio di ferro tra Palazzo Vecchio e Ministero c’era stato eccome, in seguito all’uscita di scena forzata del vecchio Direttore Giorgetti (caro al Governo Meloni) e la scelta del Comune di Firenze di puntare su Stefano Massini. Lui, che il 21 giugno scorso, fu incensato così dal Ministro della Cultura Giuli, in visita in città: “Massini è patrimonio dell’Unesco”

Parole che oggi stridono, alla luce del fatto che in quella data la Commissione si era già riunita e aveva già deciso di non ammettere la Pergola tra i teatri Nazionali. Resta comunque la possibilità, come peraltro indicato dallo stesso Ministro, di una richiesta di riesame da presentare entro 15 giorni, o in alternativa di proporsi per il settore “Teatri delle Città di rilevante interesse culturale”, scelta caldeggiata dalla stessa commissione ministeriale. Ma il passaggio alla serie B dei teatri, difficilmente sarebbe digeribile per Firenze e uno tra i più antichi teatri all’italiana del mondo.

In città dunque, e c’era da aspettarselo, la notizia non è stata presa bene, e mentre Massini potrebbe tentare una mediazione, visto che il declassamento significa un taglio alle risorse di circa 2 milioni di euro, la sindaca Funaro ha annunciato la volontà di impugnare la decisione del ministero. “Da una prima lettura, – ha detto – i verbali “sembrano addurre motivazioni pretestuose. Il governo ha deciso di punire la nostra città e il nostro teatro. Firenze e il Teatro della Toscana meritano rispetto» la conclusione.

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