Cinque evasioni di detenuti ‘eccellenti”, pluripregiudicati condannati in via definitiva, dal reparto di Media sicurezza del carcere di Prato tra il 27 novembre 2024 e il primo luglio scorso grazie – sostiene la procura di Prato – all’appoggio di un comandante e di un assistente capo della polizia penitenziaria. In una occasione, in particolare, stando sempre alla procura – una evasione sarebbe stata agevolata da una porta lasciata aperta. Sono sei gli avvisi di conclusione delle indagini notificati a quattro detenuti e a due appartenenti alla polizia penitenziaria. Le accuse contestate a vario titolo ai reclusi sono evasione e resistenza a pubblico ufficiale, mentre per i due dipendenti si parla di “condotta colposa agevolativa dell’evasione”. Uno di loro avrebbe fatto notificare “con ritardo ad un detenuto il provvedimento di sospensione della semilibertà al quale era sottoposto” e di “non aver provveduto a rinchiuderlo nella sezione ordinaria”, mentre il collega avrebbe “consentito l’allontanamento del recluso per distrazione e aver lasciato aperta la porta esterna della sezione semilibertà”. Un detenuto, evaso il 20 dicembre scorso, era stato catturato poche ore dopo a Firenze. Le evasioni si sarebbero verificate durante i permessi premio o i permessi per gravi motivi familiari. “In due casi – si legge nel comunicato a firma del procuratore – i detenuti erano stati autorizzati a trascorrere il permesso presso la casa di accoglienza Jacques Fesch, luogo peraltro sfruttato anche per l’occultamento e l’approvvigionamento di stupefacente”. La casa di accoglienza, messa a disposizione dalla Diocesi di Prato, situata in via Pistoiese a Maliseti, è finita nel mirino pochi giorni fa in seguito al sequestro di dosi di cocaina e hashish all’interno delle celle del carcere. Le indagini hanno accertato che la droga veniva nascosta e confezionata in dosi proprio all’interno dello stabile da detenuti che utilizzavano quegli spazi durante i permessi premio.