Ordini pronti ma bloccati nei magazzini di tante piccole imprese. E’ uno degli effetti dei dazi statunitensi. Tra i settori più colpiti c’è quello ceramico. Entriamo con le nostre telecamere nel laboratorio dello studio Giusti a Pelago, azienda a conduzione familiare che conta il 40% di esportazioni, fino a poche settimane fa molte verso gli Stati Uniti. A causa dell’incertezza sulle nuove modalità e dell’abolizione dell’esenzione de minimis, che fino al 29 agosto permetteva l’ingresso di merci inferiore agli 800 dollari senza dazi o tasse e con procedure semplificate, Poste italiane ha sospeso l’accettazione di tutte le spedizioni verso gli Stati Uniti. Per i ceramisti è un grosso problema perché significa doversi rivolgere ad altri vettori con un notevole aumento dei costi. Poste infatti calcolava le tariffe di spedizione sul peso reale anziché sul volume e le ceramiche sono leggere ma voluminose e protette da molti imballaggi. Il caos doganale Oltreoceano è iniziato ancora prima dello stop di Poste. Si sono perse le tracce infatti, di un pacco spedito a inizio agosto in California. Le imprese chiedono certezze
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