FIRENZE - CUBO NERO ABBATTUTO DA COMITATI CITTADINI:PROTESTA SIMBOLICA

Caterina Gonnelli
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Un muro di cubi neri di cartone simbolicamente abbattuto sulle note di ‘Another brick in the wall’ dei Pink Floyd davanti al cubo nero più famoso di Firenze, quello spuntato in cima agli edifici sorti al posto dell’ex Teatro comunale, la deturpante struttura visibile da tutta la città al centro delle critiche e di una inchiesta della procura. Si è concluso così, tra gli applausi dei circa 150 partecipanti, il presidio promosso da Salviamo Firenze a cui hanno aderito una ventina tra associazioni e comitati cittadini. Non solo una questione estetica ma una protesta contro la deriva speculativa che sta subendo Firenze. In quegli edifici sono stati realizzati oltre 150 appartamenti di lusso, destinati principalmente ad affitti turistici brevi in nome della “riqualificazione urbana”. Per Massimo Torelli di Salviamo Firenze. “Al di là di quello che porterà avanti la magistratura – aggiunge – la città ha già deciso, questa struttura non la vuole”. E, indipendentemente dalla regolarità o meno dell’iter amministrativo, “noi vogliamo una risposta politica rispetto a questo intervento”. Per Torelli “l’enorme clamore della vicenda ed il rifiuto generale all’intervento possono aprire una nuova stagione alla lotta alla speculazione e alla vendita di Firenze”, dove “gli attori sono sempre i soliti, grandi fondi di investimento per cui ogni nostro palazzo e ogni nostro quartiere diventa un asset, finanza pura” a cui “l’amministrazione ha aperto le porte”.Torelli ha anche elencato una trentina di “cubi neri, progetti obbrobriosi con finalità turistico-speculative o residenziali di lusso”, alcuni già realizzati, altri in corso o al momento ancora sulla carta. Da The Social Hub all’area Ogr, dall’ex cinema Eolo al convento di San Paolino. Tra i vari interventi, quello di Federico Maria Sardelli, direttore d’orchestra, compositore, pittore e residente in Oltrarno. “Un luogo pieno di arte, cultura e partecipazione è stato sostituito con un ‘nulla’”, un progetto “brutto e nemmeno innovativo dal punto di vista architettonico”, e “non va bene la continua trasformazione di spazi pubblici in spazi privati”, auspicando poi “un colpo d’ala, un colpo di reni della politica” per trovare una soluzione per il convento di Santo Spirito.

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