TOSCANA - L’AI “IN CAMPO”: 44% GIOVANI AGRICOLTORI LA USA

Caterina Gonnelli
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Due cento giovani, tra studenti ed imprenditori, all’iniziativa di Coldiretti nell’ambito della consegna degli Oscar Green. L’avvertimento dello scrittore-podcaster Rielli ai giovani: “lasciate spazio a creatività e pensiero autonomo”.

L’intelligenza artificiale è già…in campo: è quotidianamente utilizzata da quasi un imprenditore agricolo under 35 su due (44%) in Toscana sia in ambito lavorativo, con il 48% che la ritiene già un alleata per lo svolgimento delle attività aziendali, che nel tempo libero. Una tecnologia utile, secondo il 42% dei giovani agricoltori ma anche pericolosa (16%), omologante (16%) e disumanizzante (15%). Sono i risultati di un sondaggio online condotto da Coldiretti Toscana in occasione dell’iniziativa “Terra e algoritmi: chi governerà veramente il futuro?” che si è tenuta al Naturart Village in occasione dell’assegnazione degli Oscar Green di Giovani Coldiretti a cinque giovani imprese giovanili testimonial di innovazione, sostenibilità e multifunzionalità. Ospite dell’iniziativa, promossa da Coldiretti Toscana, lo scrittore e podcaster Daniele Rielli che l’intelligenza artificiale l’ha intervistata in una delle puntate del suo seguitissimo podcast con risultati imprevedibili e sconcertanti. Giovanissima la platea formata da imprenditori agricoli e studenti delle scuole pistoiesi che hanno ripercorso, guidati dallo scrittore, la nascita e soprattutto le vicende e le implicazioni etiche, economiche, sociali, geopolitiche di un uso sbagliato dell’intelligenza artificiale. Una tecnologia già integrata nella nostra vita quotidiana, che facilita moltissimi compiti che fino ad oggi abbiamo svolto da soli, sicuramente con molto impegno e fatica, ma quale prezzo dovremo pagare per tutti questi vantaggi? “L’intelligenza artificiale è la rivoluzione del nostro tempo: offre grandissime opportunità ma i rischi sono anche superiori. – ha spiegato Rielli – E’ un soggetto intelligente, più intelligente dell’uomo ed è per questa ragione che dobbiamo averne il controllo. Ci sono stati esempi in cui ha mostrato semi di coscienza ed autonomia: è importante programmarla per essere benevole e utile”. Nel salotto di Rielli, dove incontra ed intervista i suoi ospiti, non c’era questa volta una persona fisica ma OpenAI. La prima forma di intelligenza artificiale “creata” dall’uomo. Un confronto “surreale” tra uomo e macchina che ha palesato i lati oscuri di questa nuova tecnologia potenzialmente “distruttiva” capace, se non gestita correttamente, di manipolare interi sistemi. “Il dibattito sull’allineamento, ovvero fare in modo che i suoi scopi coincidano con i nostri, che abbia i nostri stessi valori, interessi, la nostra stessa umanità, è la sfida che accompagna lo sviluppo di questa tecnologia. – ha spiegato Rielli – Ai giovani consiglio di imparare ad usarla in modo consapevole avendo però cura di preservare uno spazio per il pensiero analogico ed autonomo fondamentale per alimentare la nostra creatività e la nostra superiorità rispetto a questa tecnologia”.

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