TOSCANA - L’HIV RIGUADAGNA TERRENO, OLTRE LA MEDIA ITALIANA

Alessio Poggioni
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Torna a crescere la curva dei sieropositivi in Toscana, come registrano i dati dell’Agenzia Regionale della Sanità, resi noti in occasione della giornata mondiale della Lotta contro l’AIDS che ricorre il primo dicembre. L’incidenza, che era calata fortemente durante il COVID, è ritornata ai livelli prepandemici, attestandosi nel 2024 a 5,3 casi ogni 100mila abitanti, superiore alla media nazionale (4,0) e leggermente inferiore a quella europea (5,9).
Siamo, va detto, fortunatamente molto lontani dai numeri del decennio scorso, quando l’incidenza sfiorava i 10 casi su 100mila abitanti, ma a mettere in allarme è la tendenza, in crescita dal 2020, di circa il 4% ogni anno. Nella mappa italiana, la nostra regione è comunque quella messa peggio dopo il Lazio, e uguale alla Val d’Aosta. L’età media della diagnosi è di 49 anni, ma fortunatamente c’è un aumento della stabilizzazione della malattia e della sopravvivenza, grazie alle terapie antiretrovirali.
Il discorso cambia se invece si parla di AIDS, cioè la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita, che rappresenta lo stadio avanzato della infezione da HIV, e quindi la grave patologia connessa al virus.
Anche su questo, l’incidenza toscana è alta, terza dopo Lazio e Liguria: 1,12 casi ogni 100mila residenti.
In questo caso l’infezione riguarda prevalentemente i maschi (80%) e mostra un’età mediana alla diagnosi in aumento: 44 anni per gli uomini e 43 per le donne.
La modalità di trasmissione più frequente resta quella sessuale: i rapporti non protetti rappresentano oltre il 90% delle nuove infezioni, in particolare eterosessuali tra le donne (89%) e omosessuali tra circa metà dei maschi. A preoccupare maggiormente, tuttavia, sono le diagnosi tardive, cioè quelle che arrivano solo in fase avanzata della malattia, che sono il 62,4% del totale.
Significa che il messaggio, anche culturale, non deve mai scemare, perché l’abbandono delle campagne e degli screening di massa di qualche anno fa, sono i maggiori responsabili del ritorno della malattia. Del resto, non mancano gli strumenti per testarsi, anche quelli messi in campo da numerose iniziative di sensibilizzazione. Ad oggi, in Toscana, solo 2 persone su 100 ogni anno effettuano il test Hiv per screening, dato in linea con la media Italiana, ma più basso rispetto al dato rilevato negli altri Paesi dell’Europa, da cui – almeno in questo caso – bisognerebbe trarre l’esempio.

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