Inizieranno l’8 settembre e dureranno un mese e mezzo i lavori per la riqualificazione del quadrilatero di via Pietrapiana, con tanto di alberature e isole verdi anche sotto l’edificio che ospitava le Poste (dove la proprietà realizzerà uno studentato da circa 200 posti, è uno di quelli attenzionati dai blitz del Comitato Salviamo Firenze). ma il progetto di riqualificazione della zona prevede anche il rifacimento di asfalto e marciapiedi (senza diminuire i posti auto, assicura Palazzo vecchio) delle strade limitrofe. A partire da Via dei Pepi dove, entro Natale, verranno rifatti anche i sottoservizi. Una zona la cui riqualificazione era attesa e già nei progetti di Dario Nardella. Ora, quella di Funaro entra nel vivo. Ma in tema di urbanistica in questi giorni tiene banco soprattutto il nuovo complesso residenziale di lusso che ormai svetta nello spazio dove una volta spuntava il Teatro Comunale. Una faccenda complessa (anche perchè alcuni documenti sono secretati), iniziata oltre 10 anni fa. Fu la Giunta Renzi a decidere la destinazione residenziale ricettiva per quello spazio, passato alla cassa Depositi e prestiti prima e all’attuale proprietà poi. Il primo progetto, che non aveva, almeno nell’impatto, l’aspetto dell’attuale, è del 2018 e l’impatto visivo decisamente impattante e non proprio armonico con la città sta facendo discutere. Impossibile avere una risposta precisa alla domanda, che in molti si fanno? del come sia stato possibile. Tra un rimpallo di responsabilità tra Commissione paesaggistica e Soprintendenza (guidata all’epoca da Antonio Pessina che oggi “non ricorda”, sebbene fosse soprannominato “signor no” per la sua rigidità nel concedere avalli urbanistici) e norme cambiate nel tempo l’unica risposta che è arrivata da Palazzo Vecchio è racchiusa in una nota molto tecnica il cui passaggio cruciale è: “all’epoca dell’esame del procedimento in questione (2020) da parte della Commissione del Paesaggio, il procedimento seguito è stato quello al tempo vigente che prevede un parere obbligatorio e vincolante della soprintendenza e a monte un parere obbligatorio ma solo consultivo della Commissione del Paesaggio”. Insomma la “responsabilità” sarebbe della Sovrintendenza. Quale fosse stato il parere (seppur consultivo) della Commissione paesaggio non è chiaro. Pur sollecitata più volte (anche solo per un parere personale sull’estetica del complesso) la Sindaca non si muove dalla nota.
Ora, posto che ormai quello che è fatto è fatto e che i 156 appartamenti di lusso già ci sono, le chiediamo cosa accadrà in futuro. La città potrebbe di nuovo svegliarsi con un palazzo del genere nel suo centro Unesco chiedendosi “come sia stato possibile”?
FIRENZE - URBANISTICA: PROGETTI PASSATI E FUTURI TRA LE POLEMICHE
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