PRATO - Ancora un patteggiamento per l’ex ufficiale dei carabinieri: era accusato di peculato per aver usato l’auto di servizio per motivi personali

Sergio Turini, all'epoca comandante della Compagnia carabinieri di Prato, aveva già patteggiato la pena per le accuse di corruzione e tentata concussione nell'ambito dell'inchiesta che lo vedeva coinvolto con l'imprenditore Riccardo Matteini Bresci
Claudio Vannacci
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Con il patteggiamento di una pena di due anni e 10 mesi si è chiusa anche l’ultima tranche dell’inchiesta che a maggio del 2024 vide finire in carcere l’ormai ex tenente colonnello dei carabinieri Sergio Turini, all’epoca comandante della Compagnia di Prato. Turini fu coinvolto nell’inchiesta per corruzione e tentata concussione insieme all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci, a sua volta poi coinvolto anche nell’inchiesta, sempre per corruzione, che lo scorso giugno ha portato alle dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti e al commissariamento del Comune di Prato.

Turini aveva già patteggiato una pena a due anni e 4 mesi per quelle accuse, convertita poi in lavori socialmente utili per 1.500 ore come pena alternativa alla detenzione. Da quella prima inchiesta era rimasto fuori il filone legato all’uso per scopi personali dell’auto di servizio che aveva comportato la contestazione a Turini dei reati di peculato, truffa ai danni dello Stato e falsificazione del registro presenze. In particolare la procura contestava all’ex ufficiale “l’utilizzo di automezzi per esigenze dei propri familiari, per incontrare imprenditori cinesi fuori dalle esigenze di servizio, per raccogliere regalie da parte di titolari di aziende vinicole”.  E proprio a questo si riferisce l’ultimo patteggiamento alla pena di due anni e 10 mesi in continuazione a quella precedente.

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