Le sale cinematografiche, soprattutto nei centri storici, sono in difficoltà ma il settore è vivace e “tiene”, soprattutto a Firenze che copre il 40% di tutta la Toscana. E’ il quadro in chiaroscuro che emerge dai numeri diffusi da Cna Cinema e Audiovisivo in occasione di una giornata di confronto sul ruolo che gli spazi culturali possono avere nei processi di rigenerazione urbana. Firenze, come tutte le grandi città, ha registrato la chiusura di tantissime sale cinematografiche, storiche e centrali. Si sono trasformate in altro sotto la pressione del turismo di massa che spinge verso attività più redditizie e anche a causa di un settore che ha cambiato pelle con l’avvento delle piattaforme streaming. Ed è forse l’innovazione digitale che può spiegare anche la vivacità del settore. La diffusione dei dispositivi personali e l’offerta crescente di contenuti on demand hanno trasformato il rapporto del pubblico con il cinema, spostandolo dal rito collettivo della sala alla fruizione individuale privata. Ecco perchè il settore presenta numeri considerevoli mentre molte sale sono vuote o destinate a esserlo.
Ecco i numeri del 2024 registrati a Firenze.
Il settore conta 182 imprese attive, pari al 40% del totale regionale: 127 operano nella produzione, 16 nella post produzione, 8 nella distribuzione e 31 sono le sale cinematografiche. Dà lavoro a 664 addetti, impiegati per il 79% nella produzione, per il 15% nelle sale, per il 4% nella distribuzione e per il 2% nella post produzione. Dal 2018 al 2024 l’occupazione è cresciuta del 14%, mentre le imprese sono calate del 2%.
Da un sondaggio condotto da Cna emerge un settore fortemente proiettato oltre i confini nazionali: il 75% delle imprese lavora all’estero, soprattutto in Europa, Regno Unito e Stati Uniti, e l’80% partecipa regolarmente a festival internazionali. Le produzioni si concentrano in particolare su documentari (70%), video (50%) e lungometraggi di finzione (42%). Il 35% delle realtà si avvale di contributi pubblici o privati.
FIRENZE - Cinema in chiaroscuro, sale vuote ma il settore tiene
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