Una tendenza preoccupante segna il panorama imprenditoriale giovanile nella Città Metropolitana di Firenze: negli ultimi dieci anni, il numero di imprese guidate da under?35 è diminuito drasticamente, passando da 8.520 nel 2014 a soli 6.377 nel 2024, con una perdita netta di oltre 2.100 attività, quasi 18 al mese.
Secondo l’indagine CNA condotta all’inizio del 2025, le imprese under?35 attive nella metrocittà fiorentina sono un quarto in meno rispetto a 10 anni fa (6.175 con un calo del 26% rispetto al 2014). Parallelamente, la fascia demografica giovanile – quella tra i 18 e i 35 anni – ha perso circa 15.000 persone tra il 2010 e il 2024, secondo dati Istat, contribuendo a ridurre drasticamente il bacino di potenziali nuovi imprenditori.
Il dato peggiora ulteriormente se si prendono le attività commerciali, ricettive o della ristorazione in Toscana: secondo Confesercenti, negli ultimi 5 anni circa il 36,4% delle attività commerciali, il 28,1% delle strutture ricettive e più della metà delle imprese di ristorazione giovanili hanno chiuso. Solo nel food, un esercizio su due ha abbassato la saracinesca.
E pensare che non mancherebbe la determinazione: Chi ha deciso di avviare una propria attività lo ha fatto per scelta indipendente, per realizzare aspirazioni personali o migliorare la propria condizione economica.
Altro segnale incoraggiante riguarda la solidità delle nuove imprese: il 41% è imprenditoria di prima generazione, il 32% ha rilevato l’azienda di famiglia, mentre il 15% già impiega almeno un dipendente; quasi la metà delle imprese (il 46%) conta da 2 a 10 collaboratori.
Tuttavia, restano numeri che sono impietosi, causati da una serie di problemi tra cui il calo demografico, le criticità burocratiche, la pressione fiscale, la difficoltà nella trasmissione generazionale e gli ostacoli nell’accesso al credito: sempre secondo CNA, il 47% di chi ha aperto un’attività ha utilizzato risorse proprie, e solo il 17,3% ha ottenuto un finanziamento bancario. L’86% di loro, infine, non ha usufruito di incentivi pubblici all’avvio.
Tra le proposte per contrastare il fenomeno, la CNA ha chiesto il ripristino della riduzione contributiva INPS biennale del 50% per artigiani e commercianti under35; programmi di mentoring e formazione per favorire la successione aziendale e iniziative dedicate alle botteghe artigiane, specialmente nelle aree storiche della città. Ma le cifre sono una chiamata all’azione generale: servono politiche strutturali e continuità di supporto per invertire la tendenza e valorizzare la creatività delle nuove generazioni.