FIRENZE - SUICIDIO ASSISTITO IN TOSCANA: PRIMO CASO DOPO LEGGE REGIONALE

Caterina Gonnelli
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Suicidio medicalmente assistito, primo caso in Toscana dopo l’approvazione a febbraio della legge regionale sul fine vita che regola tempi e modalità, redatta partendo dalla proposta di legge ‘Liberi subito’ dell’associazione Luca Coscioni e poi impugnata dal Governo a maggio. A darne notizia sarebbe stata proprio l’associazione Coscioni che in nota avrebbe spiegato che il 17 maggio, in provincia di Siena, un uomo ha potuto scegliere con lucidità e serenità di porre fine alla propria vita grazie alla sentenza 242/19 della Consulta e alla legge toscana. L’uomo, Daniele Pieroni, 64 anni, era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, per “una grave disfagia, era costretto a vivere con la Peg, la nutrizione artificiale tramite Gastrostomia Endoscopica Percutanea, in funzione per 21 ore al giorno”. “È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l’impugnazione da parte del Governo”, spiega l’associazione. Quando per la normativa a maggio è stato annunciato il ricorso alla Consulta da parte del governo lo stesso presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo aveva spiegato che la legge resta comunque in vigore fino al pronunciamento della Corte costituzionale. Molti i commenti sul caso Pieroni . Tra i primi a intervenire il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.”Per Irene Galletti, del M5s, la legge Toscana va difesa, e serve una norma nazionale. Di ben altro parere il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente dei vescovi toscani per il quale vicenda lascia una profonda amarezza” così come il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi. che parla di atto eversivo dalla Toscana .

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