PRATO - Violenza sessuale durante i trattamenti nello studio medico, arrestata ex guardia giurata

Violenza sessuale su almeno tre pazienti. E’ l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari un uomo di 53 anni, ex guardia giurata, finito nei guai dopo la denuncia di una donna che sarebbe stata molestata durante una seduta di idroncolonterapia eseguita in uno studio in via del Castagno a Prato. La procura, che ha diffuso la notizia oggi, giovedì 4 dicembre, ha chiesto e ottenuto dal giudice delle indagini preliminari il provvedimento restrittivo nel quale viene contestato anche l’esercizio abusivo della professione. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile. “L’uomo – si legge in un comunicato del procuratore, Luca Tescaroli – risulterebbe aver consumato condotte di violenza sessuale su almeno tre pazienti, una delle quali ha trovato il coraggio di denunciare gli abusi patiti”.
L’indagato – stando all’accusa – avrebbe praticato le sedute di idrocolonterapia nello studio gestito dalla moglie, medico endoscopista, a sua volta iscritta sul registro delle notizie di reato per aver “determinato e diretto l’attività abusiva del marito al quale ha indirizzato i pazienti”.
“La pratica invasiva di idroncolonterapia – continua il comunicato – è stata pubblicizzata dalla titolare dello studio sui social network come pratica medica, che comporta rischi di perforazione del colon, utilizzata per ripulire dalle scorie il colon per dare beneficio a pazienti con patologie gastrointestinali”.
Le perquisizioni disposte dalla procura avrebbero fatto emergere “precarie condizioni igienico-sanitarie dello studio medico teatro delle presunte condotte illegittime che sono tutt’ora al vaglio dell’Ufficio di igiene e sanità pubblica della Asl Toscana centro”. Sempre stando a quanto comunicato dal procuratore, “nella stanza in cui si somministrava il trattamento invasivo, sono state rinvenute delle sonde ancora da utilizzare a ridosso di un bidone della spazzatura”.    
Dalla procura “l’invito a pazienti che hanno subito abusi sessuali o comportamenti prevaricatori a denunciare”.