Ha confermato di aver ucciso entrambe le donne ma ha negato altri delitti. Sono le dichiarazioni rilasciate questa mattina, sabato 7 giugno, da Vasile Frumuzache durante l’interrogatorio di garanzia reso al giudice delle indagini preliminari nel carcere della Dogaia. Nell’udienza di convalida del fermo, durata poco più di mezz’ora, l’uomo si è detto “estremamente provato fisicamente e psicologicamente per quanto successo” e “dispiaciuto per il dolore arrecato alla propria famiglia”. Nessun pensiero, però, sulle due vittime uccise a distanza di meno di un anno: Maria Denisa Paun e Ana Maria Andrei, i cui corpi sono stati ritrovati a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Il 32enne, reo confesso, si trova adesso rinchiuso, in cella di isolamento, nella casa circondariale di Prato. Dopo l’aggressione subita ieri al volto da parte di un cugino di Ana Maria, Frumuzache è bendato, ha ustioni di primo e secondo grado (leggi). Il suo legale, Diego Capano, spiega: “In questo momento non è lucido, ha parlato della sua famiglia, ha avuto pensieri e riflessioni solo su di loro”. Il gip, nel corso del pomeriggio, deciderà sulla convalida e sulla misura cautelare. L’indagato ha confermato le dichiarazioni rese in precedenza ai magistrati, esludendo però il coinvolgimento in altri omicidi. Su questo le procure di Prato e Pistoia sono ancora a lavoro. Nella mattinata di oggi all’ospedale di Pistoia, il medico legale Luciana Sonnellini ha eseguito l’autopsia sul corpo di Denisa. Quasi tre ore di lavoro per ricostruire come e in che modo è stata uccisa. Presenti, fuori dall’obitorio, anche alcuni familiari della ragazza arrivati da Roma per il riconoscimento. La madre, Cristina Paun, la cognata ed un amico di Denisa. Il rilascio della salma per i funerali potrebbe avvenire martedì prossimo, sul luogo non si ha ancora certezza. All’esame autoptico ha assistito anche il medico legale di parte nominato dalla madre della 30enne, il dottor Michele Rega. L’avvocata Marianna De Simone, che assiste la famiglia di Denisa, spiega: “Dai pochi resti trovati non è stato possibile stabilire con certezza se sia avvenuto o meno uno strangolamento prima della decapitazione. Quello che è emerso è che è stata confermata la decapitazione con un fendente, un’unica azione. Si tratterebbe di un colpo sferrato con un’arma con una lama importante forse un’accetta o una mannaia -spiega la legale- Frumuzache ha mentito anche su questo, impossibile riuscire a farlo con un coltello di piccole dimensioni e sicuramente non nella stanza d’albergo come ha riferito agli inquirenti”.
Durante la perquisizione all’interno dell’abitazione a Monsummano, dove viveva con la moglie e i due figli piccoli, sono stati ritrovati due telefoni cellulari e quattro coltelli. Importanti dettagli emergeranno anche dai tabulati telefonici dell’uomo, ieri è stato disposto un controllo sugli ultimi cinque anni, il tempo massimo disponibile. Quello che ipotizza la procura è che Denisa e Ana non siano le uniche vittime e per questo si scava a ritroso, scandagliando anche tutte le denunce di scomparsa fatte in Sicilia, dove Frumuzache ha vissuto fino al 2022. La pista imboccata al momento resta quella del serial killer. Frumuzache, descritto dai colleghi di lavoro e conoscenti come un uomo del tutto “insospettabile e dedito al lavoro e alla famiglia” avrebbe agito, nell’agosto del 2024 e il mese scorso, approfittando dell’assenza della moglie. In entrambi i casi la donna era fuori, in Campania per motivi di lavoro la prima volta, a Trapani da alcuni parenti la seconda. Analisi a tappeto anche sugli oggetti rinvenuti accanto al corpo, il trolley usato per trasportare Denisa, e sull’arma utilizzata per ucciderle: probabilmente non la stessa usata per la mutilazione della seconda vittima.