La Corte di appello di Genova ha detto no alla revisione della condanna all’ergastolo inflitta per quattro degli otto duplici omicidi del mostro di Firenze a Mario Vanni, il postino di San Casciano morto nel 2009 a 81 anni. La richiesta del nipote di Vanni, Paolo, assistito dagli avvocato Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, è stata respinta ma, a sentire i legali, “la battaglia processuale proseguirà, come previsto, in Cassazione”. A spingere il nipote del postino a chiedere di riaprire il caso, una consulenza di entomologia forense che, esaminando le larve ritrovate sui cadaveri delle ultime due vittime, i francesi uccisi agli Scopeti nel settembre del 1985, anticiperebbe l’omicidio di 48 ore. Uno spostamento che per gli avvocati è fondamentale perché riscrive la storia dell’ultimo duplice omicidio del mostro di Firenze e affossa il racconto del testimone chiave, Giancarlo Lotti, condannato a 26 anni, anche lui morto, nel 2002. “La nuova prova scientifica – hanno spiegato gli avvocati – potrebbe essere considerata in sé prova nuova, ma la Corte in tre pagine di motivazione solo su questo punto, l’ha ritenuta in questo caso di fatto non applicabile. Il punto sta proprio qui – viene spiegato – la Corte d’appello è entrata largamente sul merito della questione e giuridamente e per giurisprudenza consolidata della Cassazione, non lo poteva fare. Ed è un errore, questo, che in tali contesti le corti territoriali commettono spesso e la Cassazione annulla”. Il ricorso sarà depositato nelle prossime ore”. La parole fine, insomma, non è ancora stata scritta.
GENOVA - MOSTRO, ERGASTOLO VANNI: DA GENOVA NO A REVISIONE SENTENZA
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