Più di 800 uomini delle forze dell’ordine – tra appartenenti a polizia penitenziaria, polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza – sono entrati in azione prima dell’alba di stamani 22 novembre per perquisizioni all’interno del carcere pratese della Dogaia di Prato. L’intervento, coordinato dalla procura, rientra nell’ambito delle indagini contro l’ingresso di droga e telefonini all’interno del carcere. Già lo scorso 28 giugno furono perquisiti 127 detenuti per una prima tranche dell’inchiesta che si è conclusa a luglio con 33 detenuti indagati.
La perquisizione di oggi è stata estesa a tutto il penitenziario e diretta nei confronti dei 564 detenuti, di cui 29 indagati, ristretti nei reparti alta sicurezza, media sicurezza e semiliberi, e delle aree comuni. L’obiettivo, come spiegato dal procuratore Luca Tescaroli era porre fine ad un quadro di “diffusa illegalità che ha generato un vasto fenomeno criminale pulviscolare” nella struttura.
Al centro degli accertamenti l’approvvigionamento di droga e anche di telefonini, con “uso della violenza e minaccia da parte di detenuti nei confronti di altri ristretti” per procurarsi cocaina, hashish, eroina e anfetamine/metanfetamine all’esterno del carcere, per il tramite di reclusi in permesso o semiliberi. Reati per i quali già il 28 giugno era scattata una perquisizione nel carcere che però non aveva “neutralizzato” il fenomeno.
Le accuse contestate ai 29 indagati, di nazionalità domenicana, tunisina, marocchina, egiziana, italiana, polacca e albanese, sono a vario titolo per estorsioni, violenza privata, acquisto e vendita di stupefacenti, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti e detenzione e porto di armi. Tra le aggressioni al vaglio una è avvenuta l’8 aprile, un’altra il 16 maggio. Sei in totale i detenuti vittime di violenza e di minacce che hanno deciso di denunciare quanto subito.
Nel corso delle operazioni di oggi impiegati anche mezzi anti spurgo per verificare la presenza di congegni elettronici impiegati per mantenere contatti telefonici con l’esterno e undici cani dell’unità cinofila antidroga delle diverse forze di polizia.
Un primo bilancio della maxi perquisizione è stato fatto in mattinata dalla procura, anche se bisognerà attendere i prossimi giorni per avere un quadro completo, quando saranno completamente analizzate le sei fosse biologiche. Comunque ad ora sono state trovate nelle celle discrete quantità di stupefacenti di vario tipo, 14 lame artigianali, 5 punteruoli, un cutter e un cacciavite. Poi due telefonini smartwatch con tanto di sim e caricabatteria, stucco calce e vernice utilizzati probabilmente per creare nascondigli.