TOSCANA - CONTRATTO FABBRICERIE: AUMENTI IRRISORI, L’ACCORDO E’ LONTANO

Redazione
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Scende in piazza per un sit-in di protesta con volantinaggio, il personale delle fabbricerie – in Toscana opera del Duomo e Santa Croce a Firenze, opera del Duomo di Pisa e di Siena – che da troppo tempo attendono il rinnovo del contratto nazionale, scaduto nel 2023. Per i sindacati di settore che fanno capo a Cgil, Cisl e Uil, le proposte dell’associazione nazionale delle fabbricerie (Afi), sono irricevibili. Si tratta infatti di un aumento di base del 6,2%a cui aggiungere un 1,2% sul contratto decentrato. “Da mesi sindacati e Afi trattano sul rinnovo del Contratto nazionale ma senza trovare accordi “a causa dell’indisponibilità dell’associazione datoriale a compiere i necessari passi avanti”- hanno spiegato Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl – “Afi deve tornare al tavolo con una proposta economica rispondente alle aspettative di chi, ogni giorno, garantisce l’accesso e la tutela di opere che rappresentano un patrimonio dell’umanità. La proposta di incremento non è sufficiente: non tutela il potere d’acquisto eroso dall’inflazione e non risponde alle richieste contenute nella piattaforma unitaria, sostenute in tutte le assemblee svolte a ottobre”. “Questo contratto – hanno precisato Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – deve recuperare anche parte dello scostamento registrato nel triennio precedente, come previsto dalla clausola contrattuale. Basta con risposte elusive e insufficienti: servono aumenti tabellari adeguati per tutelare realmente i salari e dare risposte concrete a chi lavora ogni giorno nelle Fabbricerie”.
Il personale che gestisce l’accesso alle punte di diamante del patrimonio artistico toscano – circa 200 persone nella sola Firenze – contribuisce al buon andamento delle attività che presentano numeri in crescita, ma che secondo i sindacati non traggono alcun beneficio dai proventi. Dando una lettura ai bilanci 2024 effettivamente gli indicatori sono tutti positivi e portano ad avanzi più o meno consistenti. Gli enti fiorentino migliorano i numeri del 2023. Santa Croce chiude con un +320.734mila euro, l’opera del Duomo con 34mila euro. Il problema sarebbe legato al fisco. Il cambio della normativa per il terzo settore imporrebbe un cambio di statuto che potrebbe cambiare il trattamento fiscale già dal 2026. “E’ una questione che non riguarda i lavoratori e comunque non possono essere i soli a pagare per questo cambiamento, reale o presunto che sia. – aggiungono i sindacati – senza risposte, hanno concluso i sindacati, le mobilitazioni non si fermeranno.

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