TOSCANA - DEROGHE E LISTINI BLOCCATI: IL PD ALLA PROVA DELLE LISTE

Alessio Poggioni
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Varo delle liste, ma con strascichi. Il PD esce dalla riunione fiume di stanotte con una bozza di nomi quasi definitiva in vista delle elezioni del 12 e 13 ottobre, ma non senza qualche malumore. Forse fisiologico, visti i numeri: salvo exploit, con il campo largo ai dem potranno toccare al massimo 18 seggi. 3 dei quali destinati al listino bloccato (una novità per il centrosinistra, che mai aveva ricorso a quello strumento). E quindi un totale di 15 posti da spartirsi a suon di preferenze tra le centinaia di candidati in campo. Nel listino andranno Iacopo Melio a Firenze, il sindaco di Montignoso Gianni Lorenzetti, per garantire la rappresentanza di Massa-Carrara, e probabilmente Simona Querci, pistoiese. Capitolo deroghe: grande discussione ci sarebbe stata intorno a chi ha già fatto 2 mandati (per poterli candidare, serve appunto una deroga allo statuto). Il segretario fossi ne voleva massimo 3, ma da Roma avrebbero suggerito 4 o 5. Il semaforo verde toccherebbe a Leonardo Marras (Grosseto), Simone Bezzini (Siena), Alessandra Nardini e Antonio Mazzeo, entrambi della federazione pisana, commissariata, dove si preannuncia una battaglia all’ultimo voto. Resta fuori Arezzo, con il decano del consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli (possibile candidato sindaco nel suo comune, a primavera), Monia Monni – che però avrebbe un ruolo di peso già assicurato in Giunta, senza ripassare dalle urne, e poi Giacomo Bugliani, Francesco Gazzetti ed Enrico Sostegni.
A Firenze, correranno gli uscenti Vannucci e Giachi, e poi Matteo Lucherini Bargellini, Mattia Poggi, Veronica Colzi, Maria Antonia Rosaria Pata e Antonella Scaglione. Sulla piana Fausto Merlotti, Giorgia Salvatori, Lorenzo Zambini, in Mugello-Valdarno-Chianti gli uscenti Serena Spinelli (non servirà la deroga perché il primo mandato fu eletta con articolo1, e poi Cristiano Benucci, Fiammetta Capirossi. A Prato, come già annunciato, l’ex sindaco e forte nelle urne Matteo Biffoni, scivolato però (con qualche mal di pancia dei suoi) al secondo posto dietro Marta Logli. Con loro anche l’uscente Martini. Il portavoce di Giani Bernard Dika sarà capolista a Pistoia, Brenda Barnini a Empoli. Resta fuori invece, per scelta, Valentina Mercanti, che sfidò Fossi all’ultimo congresso regionale del PD, perdendo: “Mi sarebbe piaciuto che nel Pd ci fosse stata una gestione collegiale vera – spiega –è mancata un’attenzione e una costanza di rapporti. Sul territorio lucchese le tensioni c’erano da mesi e alla fine sono esplose, ma si potevano affrontare e risolvere per tempo senza mortificare nessuna comunità politica come invece è successo.”
Insomma, via libera ma con qualche disappunto, soprattutto nell’area riformista che esce ridimensionata nonostante i tanti amministratori e uscenti capaci di attrarre voti. Del resto, il cambio di pelle del partito, anche in Toscana, passa sempre dalle liste. Che comunque sembrano mirate a ridurre i conflitti, anche a scapito di qualche voto: quasi ovunque, a due nomi forti – uomo e donna – sono stati affiancate candidature più deboli, che non impensieriscano. Ma anche tra i capilista, visti i pochi posti, ci sarà da correre.

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