Evasione fiscale, fatture emesse per operazioni inesistenti ma anche riciclaggio e auto riciclaggio. Sono le accuse contestate dalla Procura di Prato a tredici indagati al termine delle indagini svolte dalla guardia di finanza e dalle agenzie delle entrate. L’ennesimo castello di carta attorno al quale ruotava una valanga di denaro illecito, era stato costruito nel settore tessile. Il provento veniva ripulito tramite cartiere e aziende con sede all’estero e reinvestito. Gli accertamenti fiscali, già contestati, hanno intanto prodotto un ingresso nelle casse pubbliche di circa mezzo milione di euro. Gli indagati, in larga parte cinesi, hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal magistrato o presentare memorie.
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