Non ci sarà nessuno scandalo Watergate, per cui Giani può stare tranquillo. “Tutti gli uomini del presidente”, titolo di un celebre film del ’76 che raccontava proprio la caduta di Nixon, è solo un’assonanza con le sue parole più recenti: “Faremo una bella lista, una lista civica e riformista per Giani presidente”. E poi, diretto a Carlo Calenda che gli ha voltato le spalle, il governatore ha citato il Sommo Poeta: “a coloro che vanno via, come diceva Dante, non ti curar di lor, ma guarda e passa”.
Giani è sornione, perché sa che Azione, pur nel suo piccolo, è spaccata, e il segretario Marco Remaschi, che ieri sera si è dimesso proprio in rotta con Calenda, è sempre stato dei suoi. Tra quegli uomini (e donne) del Presidente che nonostante i paradossi di tempistiche e modalità con cui il PD è arrivato alla candidatura, sono solide certezze per il ricandidato: Stefania Saccardi (ma anche Francesco Casini), citati dallo stesso Giani, ma lo stesso Remaschi, e in base agli accordi da fare anche Andrea Marcucci. L’ala riformista, insomma, al netto di qualche defaillance, rientrerà in quella lista amarcord – se così si può dire – della stagione renziana del PD.
Il nuovo corso di via Forlanini, infatti, imporrà liste a trazione schleiniana, alle quali – senza bisogno di fratture, è ovvio – il Presidente risponderà coi territori, dove di riferimenti ne ha molti, soprattutto tra gli amministratori locali. In attesa della prima riunione ufficiale del campo largo, che dovrebbe tenersi la settimana prossima, e che sarà interessante per capire le sorti dell’alleanza finora soltanto su carta: quando si dovrà cominciare a delineare un programma organico che tenga insieme riformisti, 5 stelle, verdi e sinistra, e l’operato degli ultimi 5 anni.
TOSCANA - REGIONALI: NELLA LISTA GIANI, TUTTI (O QUASI) I RIFORMISTI
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