TOSCANA - GIORNATA DEL RIFUGIATO: PROGETTI SAI IN 22 COMUNI

Alessio Poggioni
LIVE

Il 20 giugno ricorre la giornata mondiale del rifugiato, istituita dall’ONU per ricordare i milioni di persone costrette a fuggire da guerre, violenze e persecuzioni. Di queste, molte arrivano anche nel nostro paese, dove vengono prese in carico dalla rete dell’emergenza e gestite poi nei percorsi di accoglienza sul territorio. Un sistema che presenta però numerosi problemi, soprattutto perché troppo spesso ideologizzato e in mano alla politica. Lo si evince anche dal rapporto di ANCI sui progetti SAI, il Sistema di Accoglienza e Integrazione, quasi interamente svolto dai Comuni e che fornisce risposte ben più corali (con tanto di percorsi culturali, psicologici e di inserimento) rispetto ai Centri di accoglienza straordinaria, i CAS.
La rete dei SAI racconta a livello nazionale, di una maggior specializzazione: 872 progetti attivati nel 2024 che sono quasi la totalità di quelli finanziati, per un totale di quasi 39mila posti attivati in 1968 Comuni italiani. Numeri che crescono rispetto agli anni precedenti, dal 10% in su.
La Toscana sta nella media italiana: 42 progetti in totale in 35 enti di cui 22 Comuni e 3 Unione di Comuni, per un totale di 1887 posti attivati. Particolarmente attiva la provincia di Firenze, con circa 950 posti finanziati, e subito sotto la provincia di Lucca, con circa 300.
Cambia anche l’identikit di coloro che vengono presi in carico nei SAI: cresce la percentuale di donne, anche se restano comunque un quarto del totale, nonostante sia il genere che più subisce le condizioni specifiche gestite dai percorsi (tortura o violenza, disagio mentale, tratta, disabilità ecc.). Ci sono poi anche una moltitudine di minori, circa 15mila, il 27% della platea totale, di cui un terzo non accompagnato, cioè senza famiglia. Il rovescio della medaglia sta nell’uscita dai percorsi: quasi il 40% di chi se ne va lo fa in anticipo rispetto alla scadenza del progetto, per scelta personale.
Resta il fatto che la rete dei SAI risulta oggi fondamentale per garantire un modello di accoglienza dignitosa e specifica. Tuttavia, invece che rafforzarsi, il sistema rischia di compromettersi a causa, denuncia ANCI, di una “precarizzazione” generale, ascrivibile a 3 fattori: la ridefinizione continua dei profili giuridici di cittadini stranieri accoglibili nei SAI; la parcellizzazione dei fondi che finanziano la rete: non più il fondo unico, ma diverse linee di finanziamento che hanno proroghe e scadenze spesso insostenibili; infine, il mutamento del profilo delle persone, adulti e minori, che mostrano bisogni sempre più specifici per risolvere le loro fragilità.
Va considerato che il sistema generale, è anche un’importante risorsa professionale, che dà lavoro a circa 25mila addetti in tutta Italia.

Articoli correlati

Qualcosa che sia per te.