PRATO - Guerra delle grucce, condannato il picchiatore venuto dalla Cina per punire l’imprenditore ribelle

Sette anni e 6 mesi con rito abbreviato all'ex soldato dell'esercito cinese arrestato lo scorso aprile a Padova e accusato, come gli altri cinque componenti del commando, del tentato omicidio del connazionale avvenuto a luglio 2024. La vittima, dopo un lungo periodo nel reparto di rianimazione e numerose operazioni, ha collaborato alle indagini
Nadia Tarantino
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Sesta condanna per il tentato omicidio di Chang Meng Zhang, l’imprenditore cinese massacrato di botte e accoltellato il 6 luglio 2024 in un locale alla periferia di Prato e abbandonato in fin di vita in mezzo alla strada. Sette anni e 6 mesi – stessa condanna inflitta al resto del commando – per Nengyn Fang, il 36enne ex soldato dell’esercito cinese che, come i complici, ha scelto il rito abbreviato (leggi). Anche lui, condannato inoltre al risarcimento dei danni patrimoniali e morali sia alla vittima che alla sua convivente e al fratello (tutti assistiti dagli avvocati Federico Febbo e Costanza Malerba), è adesso dietro le sbarre dopo la scarcerazione dovuta alla mancata traduzione in cinesi di alcuni atti giudiziari; un ritorno in libertà durato pochi giorni.

Una vicenda di violenza estrema quella ricostruita dalle indagini che la procura ha affidato alla polizia. Quella che forse all’inizio doveva essere solo una durissima lezione contro l’imprenditore che, stando alla ricostruzione dei fatti, aveva rifiutato di entrare, con la sua azienda di grucce, nel cartello formato da altri connazionali del settore per imporre il prezzo sul mercato, si trasformò invece in un massacro che sfiorò l’omicidio: ancora oggi, a più di un anno di distanza, la vittima porta addosso i danni permanenti dell’aggressione. Aggressione che – è stato accertato – rientra nella cosiddetta ‘guerra delle grucce’ che da anni contrappone gruppi di cinesi in una lotta senza quartiere con spedizioni punitive, estorsioni, ricatti, incendi e attentati.

Per punire il rifiuto di Chang Meng Zhang, già condannato in via definitiva per l’omicidio di un connazionale commesso nel 2006 in Campania, entrò in azione un commando di sei uomini del Fujian e dello Zhejiang: in cinque furono arrestati dalla polizia poche ore dopo in Calabria e in Sicilia mentre tentavano di lasciare l’Italia, mentre l’ex soldato, l’ultimo che mancava all’appello e arrivato in Italia per partecipare al brutale pestaggio, fu arrestato lo scorso aprile a Padova.

Calci, pugni, colpi inferti con cocci di vetro e alla fine una serie impressionante di coltellate fino – raccontarono gli investigatori – all’eviscerazione. Un’aggressione brutale sotto gli occhi di altri cinesi che si trovavano nel locale, il circolo Number One in via Scarlatti. Da qui l’imprenditore fu poi portato in macchina fino sotto la sua casa, in via Marsala, all’altro capo della città, e lasciato sull’asfalto. Una lunga sequenza di violenza incontrollata, ripresa dalle telecamere di sorveglianza installate nel circolo. Da luglio 2024, per la vittima, un lungo periodo nel reparto di rianimazione, numerosi interventi chirurgici e l’inizio della collaborazione con la polizia.

La ‘guerra delle grucce’ è uno dei capitoli di indagine più vasti e impegnativi per la procura di Prato come per la Direzione distrettuale antimafia di Firenze. E’ la guerra tra gruppi imprenditoriali contrapposti interessati a controllare il mercato della logistica, lo spostamento delle merci e il rifornimento di grucce a confezioni e pronto moda, un mercato ricchissimo che raggiunge fatturati sopra i 200mila euro al mese. Una guerra che va oltre i confini di Prato come hanno dimostrato gli attentati incendiari compiuti a Madrid e a Parigi in danno di aziende cinesi attive nel settore dei trasporti.  (nadia tarantino)

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