In Toscana non c’è un reale rischio disboscamento. Anzi, l’abbandono di molti terreni agricoli comporta l’aumento della superficie boschiva. Il problema semmai è la cura delle nostre foreste che spesso significa anche un pericolo maggiore sul fronte incendi, la vera minaccia per i boschi toscani, e l’eccessiva burocrazia che il regolamento europeo imporrebbe. Non a caso proprio in questi giorni il Consiglio europeo ha chiesto il rinvio della sua entrata in vigore. In attesa di sapere come andrà, la normativa di riferimento è quella regionale approvata lo scorso agosto. Rispetto alla legge del 2000, vengono rese più semplici e chiare alcune procedure che riguardano cittadini, enti locali e operatori del settore. L’obiettivo è avere una gestione del bosco più sostenibile, moderna e vicina ai cittadini, grazie alla quale la Toscana si adegua alle norme nazionali, riduce la burocrazia, chiarisce aspetti tecnici spesso oggetto di interpretazioni discordanti. Un intervento normativo importante per la Regione con la maggiore copertura forestale d’Italia. I boschi infatti interessano una superficie di oltre un milione di ettari, pari al 51% del territorio regionale che le conferiscono il primato nazionale in fatto di stoccaggio di Co2.
Tra le novità l’introduzione della formazione obbligatoria per tutti gli operatori forestali che scatterà il 1° gennaio 2028 e la valorizzazione del patrimonio agricolo-forestale con il reinvestimento delle entrate derivanti da vendite di terreni o beni per migliorare e valorizzare lo stesso patrimonio. Per la tutela dei paesaggi storici invece sono state inserite nuove regole per il recupero a fini produttivi di paesaggi agrari e pastorali di interesse storico coinvolti da processi di forestazione e rinaturalizzazione. Infine per i tagli boschivi e boschi vetusti sono previste procedure semplificate per i tagli destinati all’autoconsumo e regole più chiare per il riconoscimento dei boschi antichi e di pregio.
TOSCANA - IN TOSCANA NO RISCHIO DISBOSCAMENTO, IL PUNTO SULLE NORME
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