PRATO - Giovane picchiato e ridotto in coma: minorenne si presenta in procura e confessa. Inchiesta per tentato omicidio

L'aggressore è uno studente di 17 anni che ha detto di aver colpito per difesa. Le condizioni della vittima, sottoposta ad un intervento chirurgico alla testa, sono in progressivo miglioramento. Sentito dalla procura, ha indicato il suo aggressore
Redazione
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Si è presentato spontaneamente in procura insieme al suo avvocato, Viola Assirelli, e ha confessato di essere l’aggressore di Giulio Tarducci, il diciottenne di Campi Bisenzio finito in coma nella serata di sabato 24 maggio dopo essere stato colpito da un pugno che gli ha fatto sbattere la testa sulle scale che portano al giardino Buonamici, in pieno centro storico a Prato. A raccontare e ad assumersi la responsabilità è stato un un diciassettenne, residente a Prato, studente dell’istituto Marconi. Le sue dichiarazioni sono state formalizzate dalla procura di Prato, che procede per tentato omicidio, e che ha subito trasmesso il fascicolo d’inchiesta alla procura dei Minori di Firenze.

La vittima, operata per ridurre l’edema al cervello provocato dalla botta, è ricoverata  nel reparto di Neurochirurgia dell’ospedale fiorentino di Careggi; le sue condizioni sono in progressivo miglioramento e questo ha consentito agli inquirenti di fare qualche domanda. Secondo quanto spiega il procuratore, Luca Tescaroli, il diciottenne ha indicato il suo aggressore che corrisponde al minorenne che ha confessato. Secondo quanto dichiarato, il pugno sarebbe stato assestato per difesa. Saranno gli ulteriori accertamenti a spiegare la dinamica esatta dell’aggressione e soprattutto i motivi che l’hanno scatenata. La fidanzatina della vittima e una loro amica che hanno assistito al fatto, avevano rilasciato testimonianze contrastanti circa l’identità dell’aggressore: italiano per una, straniero per l’altra. Ieri pomeriggio la svolta: il minorenne ha bussato alla porta degli inquirenti e ha ammesso tutto dicendo che non aveva capito la gravità dell’aggressione e che quando ha preso coscienza si è confidato con i genitori che immediatamente hanno incaricato un legale.  

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