Una truffa informatica da 30 milioni di euro con diverse vittime tra le quali l’Opera Santa Maria del Fiore, onlus che gestisce la cattedrale di Firenze, il campanile di Giotto e il battistero di San Giovanni. E’ quanto ha scoperto la procura di Brescia dopo le prime denunce arrivate a cavallo tra il 2024 e il 2025. Il sodalizio, composto da nove tra italiani, cinesi, albanesi e nigeriani, è stato smantellato oggi dalla Squadra mobile della città lombarda che ha notificato le ordinanze di custodia cautelare e i decreti di perquisizione in diverse città tra le quali Prato, Milano, Lodi, Rieti e Vicenza. Gli investigatori hanno ricostruito la truffa realizzata attraverso la cosiddetta ‘compromissione del sistema aziendale’ che consiste nel simulare la ricezione di e-mail da parte di soggetti fidati, in questo caso fornitori, e di mettere in moto operazioni finanziarie, pagamenti e trasferimento di denaro. L’Opera Santa Maria del Fiore, indotta ad effettuare bonifici di pagamento per lavori di restauro e conservazione al Complesso Eugeniano di Firenze assegnati ad una impresa privata, ha subito un danno di circa un milione e mezzo di euro. In pratica, la onlus, come altri soggetti, ha pagato credendo di transitare le somme sul fornitore di turno. La denuncia è stata presentata nel 2024, appena scoperta la truffa informatica. Ma che fine facevano i soldi confluiti in realtà su conti esteri accesi in mezza Europa ma anche in Cina e in Africa? L’inchiesta della procura di Brescia ha trovato risposta in un vasto giro di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio gestito da due fratelli italiani che si occupavano di mettere in collegamento le società cartiere con chi materialmente maneggiava i contanti dopo aver recuperato le somme versate, operazione questa controllata da cittadini cinesi che operano a Prato, Milano e Vicenza.
FIRENZE - TRUFFA MILIONARIA AI DANNI DI OPERA SANTA MARIA DEL FIORE
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