TOSCANA - CAMPO LARGO: GIANI CANDIDATO UNITARIO, ANCHE DEI 5 STELLE

Chiara Valentini
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Eugenio Giani è ora il candidato ufficiale dell’ampia coalizione di centrosinistra alle prossime regionali. A decretarlo, per acclamazione, la direzione del Pd che si è svolta ieri sera nella sede di Via Forlanini. Una riunione “breve e festora” l’ha definita il segretario Emiliano Fossi. Del resto, solo un paio d’ore prima, anche l’ultimo scoglio per un campo larghissimo era stato superato: l’adesione del Movimento 5 stelle. Non si è trattato, è bene precisarlo, di un sì tout court a Giani, nè di un plebiscito da parte dei pentastellati. Su 5202 aventi diritto al voto hanno partecipato con un click 2.568 iscritti, poco più della metà. Di questi 1.030 hanno votato per presentarsi da soli alle prossime regionali (la soglia di sbarramento sarebbe stata del 5%), mentre 1538 hanno detto sì per dare mandato al Movimento affinchè verifichi se vi siano le condizioni per prendere parte alla coalizione (nel qual caso la soglia si abbassa al 3%, percentuale più vicina ai recenti sondaggi). Questo era il quesito. Non solo. Giuseppe Conte ha usato parole non proprio definitive: “la pronuncia dei nostri iscritti – ha detto – ci dà ora un mandato chiaro per un confronto con il candidato Presidente, per verificare con rigore che siano rispettate e messe nero su bianco le condizioni che la comunità territoriale ha ritenuto prioritarie per sottoscrivere un accordo programmatico”. Insomma, un vero e proprio contratto che il movimento cinque stelle vuole sottoporre al partito democratico. Un atteggiamento, almeno sulla carta, non proprio da compromesso che però sembra non preoccupare nè i vertici del PD nè il candidato designato. Rapporti sereni, assicura il paziente (è il caso di dire) Giani, anche con Elly Schlein. Il modello Toscana, sottolineano infatti sia Giani che Fossi, potrà essere una base per le politiche 2027. Ma le fatiche non sono finite. La seconda metà di agosto vedrà da un lato il decreto che dovrebbe indire le elezioni per il 12 e 13 ottobre, dall’altro la costituzione delle liste. Oltre a quella del PD, per la quale il regolamento approvato in Direzione  prevede un massimo di 3 deroghe per chi ha già fatto due mandati, ci sarà un listone unico progressita riformista che riunirà Italia Viva, Azione, +Europa, Socialisti, Repubblicani. Non è ancora chiaro se a questa verrà aggiunta la tradizionale lista del presidente. Ma soprattutto andrà messo nero su bianco un programma e viste le divisioni tra PD da un lato e Movimento 5 stelle e AVS dall’altro su molti temi, non è ancora detto che il gatto rimanga nel sacco.

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