TOSCANA - FLOP REFERENDUM: FUOCO INCROCIATO NEL DAY AFTER

Alessio Poggioni
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Dopo una cena andata per le lunghe, è facile svegliarsi col mal di pancia. Ma lo stesso vale, evidentemente, anche quando la cena è di quelle magre. Così, fuor di metafora, i promotori del referendum, nel day after della sconfitta al quorum, compongono oggi una serie di discussioni e di attacchi reciproci tipici di chi ha perso senza volerlo ammettere. Dalla “crisi democratica” ai calcoli pitagorici per dire che comunque la spallata al Governo c’è stata, in realtà oggi riemerge chiaro il malcontento interno al centrosinistra, con tanto di fuoco incrociato; tanto che, tra gli effetti non cercati prodotti da questo voto, c’è anche il riemergere del correntismo dentro il PD. Riformisti versus schleiniani.
La Toscana del resto può vantare un cerotto più piccolo, visto che è la prima regione italiana per numero di votanti, con Firenze che traina (ma non sfonda il 50%, percentuale superata solo in pochi comuni). Positivi, sempre in chiave affluenza, anche i dati di Pisa e Siena, oggi in mano al centrodestra ma, forse, ancora orientati da un elettorato prevalentemente di sinistra. Sono magre consolazioni, che però potrebbero portare ad un’accelerata nei confronti di Eugenio Giani e della sua ufficializzazione a candidato per le regionali: perché oggi più che mai, davvero, non si spiegherebbe come mai, a fronte del voto più netto a favore delle istanze del campo largo, Giani dovrebbe essere rimesso in discussione sull’altare proprio del correntismo che la stessa Schlein è riuscita a tenere silente fino ad ora.
Certo, sarebbe auspicabile anche che i dirigenti (di quel partito ma anche degli altri che compongono la coalizione) si ponessero la questione cittadinanza-barra-immigrazione: 14 milioni di elettori che vanno a votare, in un referendum molto politico, e di questi un terzo che boccia la proposta di dimezzare i tempi per la richiesta della cittadinanza italiana, sono un enorme messaggio politico che la sinistra dovrà, se vorrà, raccogliere. Peraltro, è il quesito che ha ottenuto meno schede bianche, sintomo che su questo tema, i cittadini hanno le idee molto chiare.
Insomma, conviene fare analisi profonda, senza autoassoluzioni né autocommiserazioni (14 milioni di votanti non sono comunque pochi, per un referendum molto complicato come questo), ma senza neanche cercare per forza un nemico, magari guardando sulla sedia accanto. A questo proposito c’è chi ancora accusa Renzi e i suoi discepoli di aver avvelenato i pozzi del PD. Ma sono passati 10 anni, Renzi sta in un altro partito, e rinvangare certe logiche sembra una mera ricerca del capro espiatorio. Un vecchio mestiere, tipico della politica, che di rado però ha pagato.

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