Non esiste, nel diritto internazionale, un’entità sovranazionale che abbia l’autorità di stabilire se uno Stato sia tale. Certo, ci sono Convenzioni che ne stabiliscono alcuni elementi caratterizzanti, come quella di Montevideo sui diritti e doveri degli Stati: uno Stato ha una popolazione, un territorio, un governo e la capacità di entrare in relazioni con altri Stati. Ma anche questi non sono esaustivi tanto è vero che nella storia sono considerati Stati anche entità prive di alcune di queste caratteristiche. Lo stesso trattato è del 1933, non proprio attualissimo. Insomma, quando ci si muove in un ambito giuridico che si nutre ed evolve sulla base di consuetudini, come il diritto internazionale, dare una risposta precisa alla valenza del riconoscimento della Palestina come Stato da parte di altri Stati non è semplice. Ma proprio l’anarchia del diritto internazionale fa sì che i Riconoscimenti siano atti fondamentali per poi arrivare a codificazioni più formali e, sicuramente, vanno verso il concetto di “due popoli due stati” da molti considerato condizione imprescindibile per la pace in Medio oriente. Sicuramente è questa la linea della regione Toscana e del Comune di Firenze. Le loro azioni sono ancora più simboliche ma non per questo meno importanti per esercitare la cosiddetta “pressione dal basso” sul Governo Italiano che, così come nessuno degli Stati appartenenti al G7, non ha riconosciuto lo Stato di Palestina. Con una distinzione ben precisa: le pressioni sono contro il Governo di Netanyahu e non contro il popolo isdraeliano. Il presidente Giani in particolare ha annunciato che si farà promotore di una proposta di legge al Parlamento per chiedere al Governo italiano di compiere questo passo. Servono 5 regioni in totale. In consiglio regionale, invece, potrebbe essere presto calendarizzata una mozione (di iniziativa 5 stelle) che chiede di interrompere i rapporti con il Governo di Netanyahu, azione considerata ancora più efficace anche da PD di Elly Schlein. Giani rimanda all’assemblea una decisione su questo ma si dice favorevole. Il Comune di Firenze si è già mosso da tempo verso il riconoscimento e ha deciso, insieme al museo del Novecento, di scrivere la parola “basta” sulla facciata della Casa dei Fiorentini. Sia Giani che Funaro saranno presenti (di persona o nelle intenzioni, la sindaca non ha ancora sciolto la riserva a causa di altri impegni) alla manifestazione del 7 giugno a Roma organizzata da PD, M5S e AVS. Non ci sarà invece Italia Viva, che scenderà in piazza il giorno prima a Milano insieme ad Azione in un’altra manifestazione che, spiegano, tenga conto anche delle ragioni di Israele. Il campo largo, almeno su questa questione, è fallito.
FIRENZE - LE AZIONI DI FIRENZE E DELLA REGIONE CONTRO IL MASSACRO A GAZA
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