FIRENZE - Affitti brevi, cedolare al 26% per tutti. Funaro: corretto

Redazione
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L’aumento della tassazione sugli affitti turistici previsto dalla prima bozza della manovra finanziaria del governo, scatena reazioni contrastanti a Firenze, meta ambitissima del turismo mondiale, sempre più mordi e fuggi.
Portare la cedolare secca al 26% per tutti, sia privato che intermediari o portali online, e per tutto, case vacanza, appartamenti turistici e locazioni a breve termine, compreso il primo immobile, aiuterà a mettere un freno all’over tourism? Chissà ma secondo la sindaca Sara Funaro è sicuramente utile a garantire parità di trattamento agli operatori del settore.
“Io non penso” che la proposta del governo sulla cedolare secca “sia sbagliata, va nella direzione di avere un’attenzione che sia equiparata tra chi esercita all’interno del mondo del turismo, come gli alberghi, gli affittacamere, i b&b che pagano una tipologia di tassazione, la stessa cosa, in questa proposta, va per gli affitti brevi. Ricordo che noi a Firenze stiamo lavorando grazie alla legge regionale per fare in modo che ci sia un’equità di questo tipo, per cui per andare a regolamentare il settore degli affitti brevi. Noi a Firenze non è che stiamo facendo crociate contro qualcuno, stiamo lavorando per la città, per avere un equilibrio nella città – ha aggiunto -. E con un principio di equità”.
Federalberghi Firenze, attraverso il presidente Francesco Bechi, accoglie con soddisfazione tale provvedimento ritenuto un passo avanti nella direzione di dare allo stesso mercato le stesse regole.
Il mondo degli affitti brevi parla invece di ennesima stangata che scoraggia gli investimenti. “L’aumento della cedolare secca al 26% anche sul primo immobile rappresenta l’ennesima stangata per chi investe nel turismo e nella locazione breve. È una misura che scoraggia gli investimenti e rischia di ridurre l’offerta di alloggi, aggravando ulteriormente la crisi abitativa – spiega Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e ceo di Apartments Florence,- Il nostro settore contribuisce in modo significativo all’economia italiana – aggiunge Fagnoni -, creando occupazione e valorizzando il patrimonio immobiliare, spesso in aree dove l’alternativa sarebbe l’abbandono. Continuare ad aumentare la pressione fiscale su chi opera nel rispetto delle regole è un errore strategico. Serve stabilità, non instabilità normativa”.
I numeri parlano di una crescita esponenziale del settore. Secondo il nuovo studio di ReportAziende.it dal 2018 al 2023 il numero di abitazioni destinate ad affitti brevi a Firenze è aumentato del +40%, il mercato degli affitti brevi a Firenze ha raggiunto nel 2023 un valore stimato di 720 milioni di euro, con circa 12.000 annunci attivi sulle piattaforme digitali. Il 30% del mercato degli affitti brevi a Firenze è gestito da agenzie e liberi professionisti. Le prospettive per il triennio 2024-2026 indicano un incremento medio del +5% annuo, ma la traiettoria resta condizionata dalle politiche locali.

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